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WALL STREET IN ROSSO, PEGGIORA SUL FINALE

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La seduta di borsa a Wall Street si e’ chiusa con gli indici in territorio negativo. Il Dow Jones ha perso l’1.33% a 13338, l’S&P500 l’1.37% a 1467, il Nasdaq ha chiuso con una perdita dell’1.23% a 2635. Su base settimanale le perdite sono rispettivamente di -2.1% (DJIA), -2.4% (SPX) e -2.6% (Composite).

Ad spingere al ribasso gli indici e’ stato il rilascio dell’aggiornamento sui prezzi al consumo (CPI), a novembre avanzati dello 0.8%, in misura maggiore delle attese degli analisti, a causa del forte incremento dei prezzi petroliferi, ma anche degli articoli di abbigliamento, dei prodotti farmaceutici e dei biglietti aerei. Anche la versione “core” del dato si e’ attestata a livelli superiori alle stime, portando il tasso annuale al 2.3%, oltre il tetto massimo fissato dalla Fed.

Il dato ha peggiorato ulteriormente la percezione del mercato sulla ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti, dopo che nella seduta precedente il governo Usa averva annunciato che i prezzi alla produzione erano saliti del 3.2%, segnando il maggiore incremento degli ultimi 34 anni, che ha messo in discussione la politica monetaria della Federal Reserve.

L’aumento dei prezzi continua a rimanere un problema per la Banca Centrale Usa, cosi’ come esplicitamente espresso nell’ultimo comunicato ufficiale che ha accompagnato la recente decisione di abbassare il costo del denaro al 4.25%. I futures sui fed funds scontano ora una probabilita’ inferiore di assistere ad un nuovo taglio al costo del denaro nel mese di gennaio.

In settimana la Fed ha cercato di distendere il clima teso sui mercati finanziari attraverso l’abbassamento del costo del denaro e un’azione coordinata a livello globale con le altre Banche Centrali relativa all’iniezione di nuova liquidita’ nel sistema economico.

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Gli operatori restano scettici sulla risoluzione della crisi del credito nel breve termine, le grosse banche d’affari continuano a riportare svalutazioni e la fiducia degli investitori e’ in continuo deterioramento. Il colosso Citigroup (C) ha annunciato che riportera’ nell’attuale bilancio una somma pari a $49 miliardi miliardi investita nel rischioso segmento dei SIV (Structured Investment Vehicle) finiti anche questi nel ciclone del “credit crunch”. L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating sul debito dell’azienda in previsione di ulteriori perdite. Il titolo, che perdeva il 2% in avvio, e’ riuscito a ridurre le perdite solo grazie ai commenti di alcuni analisti circa la volonta’ della banca di fare maggiore chiarezza sulla propria condizione finanziaria.

Gli unici titoli del Dow Jones in grado di chiudere in territorio positivo sono stati Microsoft (MSFT) e Walt Disney (DIS), quest’ultimo forte dell’upgrade ricevuto dagli analisti di UBS.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, ancora in ribasso il petrolio. I futures con consegna gennaio sono arretrati di $0.98 a quota $91.27 al barile. Sul valutario, l’euro ha continuato a perdere terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4422. In calo l’oro. I futures con consegna febbraio sono arretrati di $6.00 a $798.00 all’oncia. In netto ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ avanzato al 4.2320% dal 4.17% di giovedi’.

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