di Alessandro Busnelli Consulente finanziario indipendente

Obbligazioni europee: le cause dell’attuale ribasso

Le quotazioni delle obbligazioni europee stanno attraversando un periodo di declino, registrando una flessione rispetto ai valori di inizio anno. Questo avviene nonostante l’aspettativa di un imminente taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE) il prossimo mese. Questo scenario solleva naturalmente alcuni interrogativi: cosa sta frenando i rendimenti dei bond dell’eurozona dall’abbassarsi e cosa c’è dietro questo apparente paradosso di mercato? 

L’attuale scenario economico europeo non offre risposte immediate: l’economia sta mostrando segni di ripresa dopo aver sfiorato la recessione per diversi trimestri e l’inflazione è in discesa, avvicinandosi al target del 2% della BCE. Tuttavia, guardando oltre oceano, si trova un indizio chiave: l’andamento dei titoli di stato americani. Qui, una combinazione di fattori mantiene alti i rendimenti, rendendo la Federal Reserve riluttante ad abbassare i tassi d’interesse.

L’Influenza della FED e dell’Economia Statunitense

La robustezza dell’economia statunitense, con dati inflazionistici in aumento e un’espansione fiscale significativa sotto l’amministrazione Biden, è un elemento cruciale. Il deficit si aggira intorno all’8%, mentre il tasso di disoccupazione è sotto il 4%. Questa situazione induce molti investitori a credere che la BCE, dopo un primo taglio dei tassi previsto per giugno, potrebbe interrompere ulteriori ribassi. Una divergenza tra le politiche monetarie di FED e BCE non sembra infatti plausibile, poiché porterebbe a una svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, un fattore che alimenterebbe ulteriormente l’inflazione.

Tuttavia, è importante considerare che questo scenario potrebbe mutare se i prossimi dati economici statunitensi mostrassero segni di rallentamento. Un possibile “atterraggio morbido” dell’economia potrebbe alterare le previsioni e influenzare le decisioni delle banche centrali, aggiungendo una nuova variabile al già complesso panorama finanziario globale.

Riepilogo storico dei tassi della FED

Negli anni successivi alla crisi dei mutui subprime del 2008, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse vicini allo zero per stimolare la crescita economica. Questo periodo di tassi bassissimi è durato dal 2009 fino alla fine del 2015. Un successivo tentativo di normalizzare i tassi è stato interrotto dalla crisi pandemica, che ha richiesto l’intervento di nuove misure.

Con il recupero post-pandemico, la priorità della FED è cambiata: dall’affrontare la debolezza economica al combattere l’inflazione. Dal 2021, l’aumento consistente dell’inflazione ha spinto la FED ad alzare i tassi di interesse di 525 punti base tra marzo 2022 e luglio 2023, portandoli nell’intervallo 5,25%-5,50%. Questo rialzo aggressivo non ha però portato alla recessione prevista. Infatti, le vendite al dettaglio e i dati del mercato del lavoro di marzo hanno superato le aspettative, indicando una resilienza economica sorprendente.

La prospettiva per il futuro

Rimane incerto se la FED deciderà di tagliare i tassi prima dell’estate, mentre la BCE sembra destinata a farlo a giugno. Questa divergenza tra le politiche monetarie delle due sponde dell’Atlantico potrebbe segnare una nuova fase di volatilità nei mercati. È importante notare che, nonostante la diminuzione dell’inflazione negli Stati Uniti rispetto al picco del 9,1% di metà 2022, essa rimane comunque sopra l’obiettivo del 2% della FED. Questo aggiunge un ulteriore livello di incertezza al panorama economico, poiché la Fed potrebbe essere costretta a reagire con politiche più restrittive nel caso in cui l’inflazione non si stabilizzi entro i livelli desiderati.

L’attuale fase rialzista dei mercati, sostenuta dalle aspettative di un abbassamento dei tassi, ha recentemente subito un primo aggiustamento. La resistenza dell’inflazione e la solidità del mercato del lavoro e dei consumi americani continueranno a influenzare le decisioni della FED e, di conseguenza, l’andamento dei mercati obbligazionari globali. Come consulente finanziario indipendente, ritengo sia fondamentale monitorare attentamente questi sviluppi per fornire ai miei clienti consigli informati e strategie di investimento adeguate, adattando i portafogli alle mutevoli condizioni economiche e di mercato.

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