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Ue avvia procedura di infrazione per deficit eccessivo all’Italia: cosa succede adesso

La Commissione Ue ha aperto una procedura per deficit eccessivo per Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. “La procedura di infrazione non è una notizia, era ampiamente prevista, l’avevamo detto già un anno fa. D’altronde con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3%”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

“Abbiamo un percorso, avviato dall’inizio del governo, di responsabilità della finanza pubblica sostenibile, che è apprezzato dai mercati e dalle istituzioni Ue: andremo avanti così, quindi non è niente di sorprendente”, ha aggiunto.

Ue apre procedura di infrazione per Italia: ecco i motivi

La Commissione Ue ha valutato che il nostro paese si trova ora in una situazione di ‘squilibrio’, migliorando il giudizio dallo ‘squilibrio macroeconomico eccessivo’ dello scorso anno.

In Italia “permangono vulnerabilità legate all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze residue nel settore finanziario, che hanno rilevanza transfrontaliera”. Il rapporto debito pubblico/Pil “notevolmente diminuito” dal picco del Covid “è ancora elevato, pari a oltre il 137% del Pil nel 2023, e si prevede che la tendenza al ribasso si invertirà quest’anno e il prossimo. Questa inversione è attribuita a un ampio aggiustamento stock-flussi che aumenta il debito, a disavanzi pubblici ancora consistenti, anche se in diminuzione, nonché a una minore crescita del Pil nominale”.

Le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate negli ultimi anni e non si sono tradotte in pressioni salariali”, afferma ancora la Commissione Ue in merito all’Italia. “I tassi di partecipazione al lavoro sono saliti a livelli record, sebbene siano ancora relativamente bassi. Il settore finanziario si è ulteriormente rafforzato con miglioramenti nella qualità degli attivi bancari e nella redditività, mentre le banche italiane sono ancora considerevolmente esposte nei loro bilanci ai prestiti sovrani e garantiti dallo Stato. L’azione politica è stata favorevole ad affrontare le vulnerabilità, anche attraverso l’attuazione del Pnrr, che tra l’altro promuove la produttività e la crescita potenziale del Pil per contribuire a ridurre il rapporto debito pubblico nel lungo periodo”.

Per l’Italia la partita si gioca su due fronti, da una parte politiche di bilancio prudenti, indispensabili” con questo debito e deficit, “dall’altro continuare con gli investimenti pubblici”, ha affermato il commissario all’economia Ue Paolo Gentiloni  spiegando che “le nuove regole” Ue “aiuteranno a realizzare un migliore equilibrio tra questi obiettivi e per Italia sono migliorative rispetto a quelle esistenti”.

Per Gentiloni “le nostre economie hanno mostrato una straordinaria resilienza negli ultimi anni, anche grazie alla nostra risposta politica collettiva. Guardando al futuro, dobbiamo continuare ad affrontare le sfide strutturali che frenano la nostra competitività, a partire dall’attuazione determinata dei piani di ripresa e resilienza. Sono fiducioso che il semestre europeo, insieme al nuovo quadro di governance economica, continuerà ad aiutarci a realizzare i nostri obiettivi comuni”.

Procedura di infrazione Ue: cosa significa

Come si legge sul sito della Commissione, la procedura d’infrazione è avviata nei confronti di uno Stato membro quando la Commissione europea rileva la violazione di una norma europea.

La violazione può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione o in una pratica amministrativa nazionali che risultano con essa incompatibili.

Per l’Italia non è la prima volta che la Commissione apre una procedura di infrazione. E’ successo anche lo scorso anno e in quel caso a  a finire sul banco degli imputati furono l’uso dei precari e degli stagionali nella Pubblica Amministrazione.

Cosa succede adesso

Ora la prossima mossa è attesa a novembre quando la Commissione dovrà fissare attraverso le nuove “raccomandazioni” il percorso di rientro con l’eventuale correzione.

Sulla base di ciò, i governi dovranno preparare i piani strutturali di bilancio a medio termine con obiettivo finale quello di portare il debito pubblico su un percorso di riduzione “plausibile” o che si attesti su livelli “prudenti” al di sotto del 60% nel medio termine.

Per l’Italia la procedura di infrazione comporta che il governo Meloni dovrà mettere in conto una correzione dei conti per lo 0,5-0,6% del Pil ogni anno, in soldoni circa 10-11 miliardi, almeno fino a quando il rapporto tra deficit e pil non scenderà sotto al 3% nel medio termine.