Pessima chiusura a New York, con accelerazione delle vendite sul finale, dopo che i commenti del colosso telecom AT&T (vedi sotto) hanno provocato un avvitamento a spirale degli indici, sulla sostanziale debolezza del comparto finanziario e dei perduranti segni di crisi del mercato immobiliare. I listini hanno chiuso in netto ribasso dopo aver iniziato la sessione con un tono positivo e aver oscillato per tutta la seduta. Il Dow Jones ha ceduto l’1.86% a 12589, l’S&P500 ha perso l’1.84% a 1390, il Nasdaq, che ad un certo punto della seduta guadagnava piu’ dell’1%, ha subito una perdita del 2.36% a 2440 estendendo la serie negativa ad 8 sessioni consecutive.
Ad impensierire gli operatori e’ stata la notizia secondo cui la societa’ di mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC), negli scorsi mesi finita nel ciclone della crisi subprime, avrebbe falsificato alcuni documenti relativi ad un pignoramento di un immobile nello stato della Pennsylvania come prova da utilizzare in un contenzioso legale. Il titolo e’ crollato -25% trascinando in rosso l’intero comparto finanziario, nonostante la smentita formale di Countrywide alle voci che per tutta la seduta si sono rincorse in borsa in merito al fatto che il gruppo sia sull’orlo della bancarotta.
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Tra le blue chip, American Express (AXP), Citigroup (C) e JP Morgan (JPM) hanno riportato perdite giornaliere vicine al 3%, la banca d’affari Bear Stearns (BSC) ha lasciato sul terreno oltre 5 punti percentuali nonostante l’annuncio, inizialmente ben accolto dagli investitori, sulle dimissioni di James Cayne da amministratore delegato.
A contribuire al sentiment negativo e’ stato il deludente dato sulle vendite di case con contratti in corso, sceso in misura maggiore delle previsioni nel mese di novembre. Note preoccupanti sono emerse anche dalla brutta trimestrale di KB Home (KBH): l’azienda ha riportato una perdita di $772 milioni e annunciato un difficile periodo per l’intera industria nel 2008.
Come si diceva, a deprimere i listini nell’ultima ora di scambi e’ stato soprattutto l’annuncio del colosso telecom AT&T (T) relativo ad un rallentamento dei business della telefonia e della banda larga. Il titolo e’ arrivato a perdere piu’ dell’8%, mentre nello stesso comparto Verizon (VZ) ha accusato il colpo arretrando di circa il 5%.
“Il mercato era gia’ in una posizione di debolezza ed e’ stramazzato sul finale sull’ondata di cattive notizie” commenta Phillip Roth, chief technical market analyst di Miller Tabak. “E’ gia’ un mercato orso, e molto probabilmente reagira’ piu’ alle notizie negative che a quelle positive. Anche se si va verso condizioni di ipervenduto, non ci sono segnali che i sell siano finiti”. L’apertura di mercoledi’ mattina sara’ certamente problematica.
Gli operatori continuano a interrogarsi sulle prossime mosse della Federal Reserve ora che la minaccia della recessione e’ reale. A fine mese Bernake & Co. avranno un duro compito da risolvere, soprattutto con l’inflazione che non sembra dare segnali di cedimento. Probabilmente si assistera’ ad un nuovo taglio del costo del denaro (ora al 4.25%). Per Bill Gross di Pimpco il target sui fed funds arrivera’ al 3% entro la meta’ del 2008.
Sugli altri mercati, in buon recupero il greggio. In seguito al brusco calo (circa $3) della sessione precedente, i futures con consegna febbraio hanno chiuso con un rialzo giornaliero di $1.24 a $96.33 al barile dopo essersi spinti ad un massimo intraday di $97.50. Sul valutario, l’euro ha recuperato terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4712. In forte progresso l’oro. I futures con consegna febbraio, balzati ad un nuovo massimo storico di $883.70, hanno chiuso in progresso di $18.30 a $880.30 all’oncia . In leggero calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8420% dal 3.8390% di lunedi’.
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