Il costo del lavoro in Italia è ancora oggi tra i più alti in Europa, ma tra tasse, IVA, contributi a carico dell’azienda e dei dipendenti il poter d’acquisto risulta il più basso se facciamo un confronto con Spagna, Francia, Germania o Svizzera. Questa ampia distanza tra i redditi percepiti e i costi sostenuti dal datore di lavoro non può che penalizzare i consumi e la competitività delle aziende e spingere a cercare migliori opportunità al di fuori dell’Italia.
Di fronte a questa realtà dei fatti che al momento non sembra destinata a cambiare in meglio diventa fondamentale per aziende e datori di lavoro individuare tutti gli strumenti e le pratiche che possono permette di ridurre i costi del personale e allo stesso tempo aumentare le performance e rafforzare il clima in azienda.
L’innovazione digitale ha portato una piccola grande rivoluzione all’interno delle aziende, diventando negli ultimi anni uno strumento indispensabile per garantire efficienza e mantenere alta la competitività. Grazie ad app e software oggi è possibile pianificare al meglio il lavoro ed evitare errori o inefficienze, ottimizzando al meglio le risorse aziendali.
Lo smart working si è imposto negli ultimi anni come un altro prezioso strumento per raggiungere un duplice obiettivo: favorire una migliore conciliazione vita-lavoro di dipendenti e collaboratori, contenere i costi di gestione degli spazi e non solo.
Alla digitalizzazione e allo smart working si aggiungono tutta una serie di azioni, beni e servizi che le aziende possono attivare per promuovere il benessere delle persone, aumentare la produttività e ridurre il costo del lavoro per l’azienda grazie a importanti vantaggi fiscali. È il cosiddetto welfare aziendale, un grande ventaglio di opzioni che include servizi alla famiglia come istruzione e formazione, previdenza, o servizi alla persona come palestra, sport, shopping, buoni benzina e buoni pasto, ma anche sconti, promozioni e convenzioni per l’accesso a beni e servizi.
Ma come funziona il welfare aziendale? Oggi la maggior parte dei contratti collettivi di categoria prevede che le aziende offrano ai lavoratori delle misure di welfare che, proprio perché previste dalla contrattazione collettiva, sono deducibili dalle tasse. Ecco perché definire e adottare un piano di welfare aziendale significa non soltanto risparmiare sui costi del personale, ma anche ridurre il cuneo fiscale, la differenza tra lo stipendio netto e lo stipendio lordo dei lavoratori.
Ogni azienda può mettere a punto un proprio piano di welfare aziendale, tenendo in considerazione le proprie esigenze con quelle dei dipendenti. Tra i benefit che è possibile mettere a disposizione rientrano anche soluzioni rese obbligatorie dal contratto nazionale di settore, il rimborso delle spese già sostenute dal lavoratore, gli incentivi per la mobilità sostenibile o per il tragitto casa-lavoro.
Il piano deve essere comunicato e condiviso con i dipendenti, illustrando anche i vantaggi fiscali che riguardano entrambe le parti, dal momento che la riduzione del cuneo fiscale aumenta di fatto anche il potere d’acquisto degli stessi lavoratori.