Dopo cinque mesi dallo scoppio della crisi e nonostante i successivi interventi coordinati delle banche centrali, il funzionamento dei mercati finanziari “non è tornato alla normalità”. E le banche europee, anche se in generale ben capitalizzate, sono sottoposte a forti pressioni e incertezza. È questa l’opinione della Commissione europea che domani a Strasburgo farà il punto della situazione e degli impegni chiesti dall’Ecofin.
I servizi del commissario al mercato interno McCreevy e del responsabile degli affari economici Almunia, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore – Radiocor, hanno preparato una nota di informazione per la riunione dell’esecutivo europeo nella quale si analizza la situazione dei mercati. Bruxelles conferma il giudizio positivo sugli interventi delle banche centrali, Bce in primo luogo, che hanno assicurato ai mercati la liquidità necessaria, ma ritiene che possano esserci a breve nuove tensioni. Ciò potrebbe accadere nelle “prossime settimane” quando sarà il momento delle operazioni di rifinanziamento delle banche.
Più volte il commissario McCreevy ha dichiarato che non è ancora chiaro il quadro delle perdite bancarie in Europa in conseguenza della crisi “subprime”. Certamente il calo del valore dei titoli quotati sta esercitando sia negli Usa che in Europa una pressione sugli istituti affinchè‚ questi procedano a ricapitalizzazioni. Il problema è che in alcuni casi senza una ricapitalizzazione, indicano le stesse fonti, possono non essere rispettati i limiti prudenziali.
È a questo punto che sono entrati in gioco i fatidici fondi sovrani (cinesi, russi e delle petromonarchie) i quali negli ultimi mesi hanno investito circa 50 miliardi di dollari (su scala globale) nelle banche e nelle società di investimento.
Ora i fondi sovrani fanno meno paura e non perché‚ anche a Bruxelles o a Parigi o a Berlino (dove si sta riscrivendo il progetto di normativa per sottoporre le loro acquisizioni al veto del governo) non si tema più l’ingresso in importanti gruppi finanziari di azionisti alle dirette dipendenze di altri governi. Il problema è che quando manca la liquidità non si può andare tanto per il sottile soprattutto se c’è in gioco la stabilità finanziaria di singole società e dell’intero sistema finanziario.
Si spiega così l’esplicito riconoscimento della Commissione, indicano le fonti, che i fondi sovrani in questo momento “stanno svolgendo un ruolo importante in una fase di penuria di capitale”.
Quanto all’impatto negativo della crisi dei mercati sull’economia europea, la Commissione a questo punto lo considera “inevitabile”. Ancora non si sa di quanto sarà tagliata la previsione di crescita dell’economia nell’eurozona e nella Ue, ma nel fine settimana il presidente Eurogruppo Jean Claude Juncker ha indicato che dovrebbe attestarsi nell’eurozona a quota 1,8-1,9% contro una previsione all’inizio di novembre del 2,2%.
Ciò che si ritiene inevitabile è una fase di restrizione del credito quanto più durerà la turbolenza finanziaria anche se finora il settore delle famiglie non manifesta i problemi avvertiti invece nel settore del credito alle imprese non finanziarie. Tutto dipenderà dall’evoluzione dei prezzi e del mercato immobiliare nei diversi paesi con conseguenze differenziate a seconda del danno all’effetto-ricchezza.
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