A mezz’ora dall’apertura delle borse i contratti sugli indici Usa continuano a trattare in rosso (vedi quotazioni a fondo pagina) il che lascia prevedere un avvio in negativo per l’azionario.
Non sembrano dunque placarsi le vendite sulla borsa americana. Ieri alcuni deludenti dati macro e la brutta trimestrale di Citigroup (C) avevano spinto i listini in ribasso di oltre due punti percentuali, ai minimi livelli di 10 mesi. In mattinata ad intensificare i timori di recessione e’ il deludente outlook offerto dal colosso dei chip Intel (INTC) il cui titolo e’ scivolato del 15% nell’after hour di ieri sera, subito dopo la comunicazione. Il rapporto, peggiore delle stime degli analisti, sta avendo l’effetto di trascianre al ribasso titoli come Dell (DELL) e Microsoft (MSFT); l’intero comparto hi-tech continuera’ a risentire della notizia nell’arco della seduta.
L’azione difensiva degli operatori e’ spiegata anche dalla nuova debolezza emersa dal comparto finanziario. La banca d’affari JP Morgan (JPM) ha riportato un calo del 34% dei profitti e confermato “l’atteggiamento di estrema cautela” sull’intero 2008. Domani tocchera’ a Merrill Lynch diffondere i numeri trimestrali: anche in questo caso e’ prevista una perdita legata al business dei mutui subprime.
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Ad intensificare le vendite sull’azionario negli ultimi minuti e’ stato anche l’aggiornamento sulla dinamica inflazionistica, accelerata oltre le previsioni nel mese di dicembre. I prezzi al consumo sono avanzati dello 0.3%, battendo il consensus del mercato che era invece per un progresso piu’ contentuto pari a +0.2%. A breve verranno rilasciati anche i dati sulla produzione industriale.
A causa dei drammatici cali che hanno colpito i listini dall’inizio dell’anno, tra gli operatori si sta facendo sempre piu’ insistente l’ipotesi di un intervento della Federal Reserve sui mercati prima del meeting fissato per la fine del mese. Ieri i futures sui fed funds indicavano una possibilita’ del 34% di una riduzione dei tassi addirittura di 75 punti base.
Una nota positiva emerge in mattinata dal settore software attraverso l’annuncio dell’acquisto di Bea Systems (BEAS) da parte del colosso Oracle (ORCL) per un corrispettivo di $8.5 miliardi, pari ad un premium del 24%.
Sugli altri mercati, ancora in flessione il petrolio. I futures con consegna febbraio segnano al momento un calo di $0.96 a $90.94 al barile. Sul valutario, l’euro e’ invariato nei confronti del dollaro a quota 1.4804. L’oro arretra di $11.10 a $891.50 all’oncia. In rialzo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.66%.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 e’ in ribasso di 11.20 punti (-0.81%) a 1376.80.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna -25.50 punti (-1.33%) a 1886.50
Il contratto sull’indice Dow Jones perde 87 punti (-0.69%) a 12477.
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