Dopo l’apertura positiva, i listini Usa hanno ceduto velocemente i guadagni iniziali, spinti al ribasso dal pessimo dato sull’attivita’ manifatturiera dell’area di Philadelphia. Il Dow Jones arretra dello 0.18% a 12444, l’S&P500 dello 0.41% a 1367, il Nasdaq cede lo 0.05% a 2393. Gli ultimi dati macro hanno rafforzato le ipotesi di una manovra aggressiva da parte della Fed in materia di politica monetaria ma le preoccupazioni su un ingresso in fase di recessione restano intatte.
A gennaio il Philadelphia Fed ha segnato una contrazione a -20.9 punti, registrando il peggiore calo di oltre sei anni; pessimo l’aggiornamento sul settore immobiliare che ha mostrato un crollo dei nuovi cantieri edili nettamente superiore alle attese.
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Bernanke e’ impegnato in un intervento sull’economia di fronte al Senato. Il capo della Fed ha confermato un deterioramento dell’outlook economico e la “fragile” situazione del comparto finanziario. Gli operatori continuano a credere in una manovra aggressiva da parte della Fed in materia di politica monetaria.
Non c’e’ pace per il comparto bancario, come dimostra la continua debolezza innescata dalla brutta trimestrale rilasciata da Merrill Lynch (MER). La banca d’affari ha riportato una perdita di $9.8 miliardi a causa delle svalutazioni di $11.5 miliardi legate al business dei mutui subprime. Il titolo perde il 2% circa. Segnali poco incoraggianti sono emersi anche dal gruppo Bank of New York Mellon (BK) che ha registrato un calo del 68% dei profitti sempre a causa della forte esposizione su investimenti ad alto rischio.