L’inflazione negli USA scende dello 0,1% a giugno rispetto al mese precedente, fornendo ulteriore copertura alla Federal Reserve per iniziare a ridurre i tassi d’interesse nel corso dell’anno.
Jerome Powell ha dichiarato che la Fed non prevede di tagliare “finché non avremo acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%”. “Inoltre, la disoccupazione sta iniziando a salire ma rimane storicamente bassa, mentre la domanda dei consumatori e l’attività manifatturiera rimangono relativamente forti. Inoltre, i costi di trasporto sono quasi quadruplicati da novembre, a causa delle perturbazioni nel Canale di Suez. Alla luce di quanto visto con le interruzioni della catena di approvvigionamento legate alla pandemia e del conseguente aumento dell’inflazione, la finestra per il taglio dei tassi potrebbe chiudersi entro sei mesi, quindi entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo” dichiara Morgane Delledonne di Global X.
L’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, un’ampia misura dei costi di beni e servizi nell’economia statunitense, è sceso dello 0,1% rispetto a maggio, portando il tasso a 12 mesi al 3%, circa il livello più basso in più di tre anni, secondo quanto riportato giovedì dal Dipartimento del Lavoro. Il tasso dell’indice per tutte le voci è sceso dal 3,3% di maggio, quando era rimasto piatto su base mensile.
Inflazione USA rallenta a giugno
Escludendo i costi volatili di cibo ed energia, il cosiddetto CPI core è aumentato dello 0,1% su base mensile e del 3,3% rispetto a un anno fa, rispetto alle rispettive previsioni dello 0,2% e del 3,4%, secondo il rapporto del Bureau of Labor Statistics. L’aumento annuale del tasso core è stato il più basso dall’aprile 2021.
Un calo del 3,8% dei prezzi della benzina ha frenato l’inflazione nel mese, compensando gli aumenti dello 0,2% dei prezzi dei generi alimentari e degli alloggi. I costi legati all’abitazione sono stati una delle componenti più ostinate dell’inflazione e rappresentano circa un terzo della ponderazione dell’IPC, quindi una riduzione del tasso di aumento è un altro segnale positivo.
La reazione dei mercati
Allungano il passo le principali borse europee dopo il dato sull’inflazione Usa registrato in giugno. I futures dei mercati azionari sono saliti mentre i rendimenti del Tesoro sono crollati.
Milano guadagna lo 0,53%, dietro a Parigi (+0,9%), Francoforte e Madrid (+0,8% entrambe), ma davanti a Londra (+0,4%).
I mercati sono alla ricerca di nuovi fattori catalizzatori, ma lo scenario di soft landing e l’inizio del ciclo di allentamento nei paesi occidentali sembrano già pienamente prezzati. Con i servizi che continuano a spingere l’inflazione ben al di sopra dell’obiettivo e l’accresciuta incertezza politica, è improbabile che la scintilla arrivi da un improvviso e significativo ciclo di tagli dei tassi. Piuttosto, le banche centrali potrebbero essere più lente del previsto nel fornire stimoli, dato che le imminenti elezioni hanno un esito incerto sulle politiche fiscali, che potrebbero avere un impatto sostanziale sulle prospettive di inflazione e crescita. Nel frattempo, i progressi tecnologici, in particolare l’intelligenza artificiale, hanno il potenziale per continuare a favorire l’aumento della produttività e dell’efficienza in vari settori.