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Oro: nuovo record storico, dove può arrivare

I prezzi dell’oro hanno raggiunto un massimo storico nelle prime ore di oggi, con il metallo prezioso sostenuto dal crescente ottimismo per un potenziale taglio dei tassi della Federal Reserve a settembre. Così Ricardo Evangelista, Senior Analyst di ActivTrades secondo cui “il picco odierno di 2.480 dollari segue una serie di sessioni positive, durante le quali i prezzi dell’oro sono saliti di oltre il 6% dall’inizio del mese”.

Oro: i fattori del rally

Secondo l’analista, questi guadagni sono dovuti principalmente alla debolezza del dollaro, in quanto i dati economici statunitensi indicano un rallentamento dell’attività e un calo dell’inflazione, e all’adozione di un atteggiamento più dovish da parte della Fed.

Il governatore Powell ha dichiarato difatti che la Fed non aspetterà che l’inflazione raggiunga il suo obiettivo prima di iniziare a tagliare i tagli e questo ha dato fiducia agli osservatori del mercato. Secondo lo strumento FedWatch del CME, gli operatori sono convinti che la Fed taglierà i tassi entro settembre. E quando i tassi di interesse scendono, l’oro tende a diventare più interessante rispetto agli asset a reddito fisso come le obbligazioni.

“Il movimento è stato innescato dai segnali di rallentamento dell’inflazione. A ciò hanno fatto seguito dati economici deboli”, ha scritto in una nota Daniel Hynes, senior commodity strategist di ANZ.

Ma negli ultimi mesi i prezzi dell’oro hanno toccato nuovi massimi anche grazie alla sua attrattiva come bene rifugio sullo sfondo dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente e all’acquisto di lingotti da parte delle banche centrali.

“Vale la pena sottolineare la capacità dell’oro di trovare supporto in qualsiasi condizione quest’anno”, ha dichiarato Vivek Dhar, direttore della ricerca sulle materie prime minerarie ed energetiche della Commonwealth Bank of Australia.

“Questi fattori hanno sfidato il rafforzamento del dollaro USA, che è stato in gran parte guidato dal mercato che ha ritardato le aspettative di taglio dei tassi dei Fed Fund”, ha detto l’analista della ricerca, aggiungendo che i prezzi dell’oro potrebbero salire al di sopra della previsione della banca di 2.500 dollari per oncia entro la fine dell’anno.

Trump trade e oro

Ma il rialzo è limitato dal cosiddetto Trump trade, che sostiene il biglietto verde.

“Con l’aumentare della prospettiva di una seconda presidenza Trump, dice l’analista, aumenta anche la probabilità di un aumento delle tariffe commerciali e di un incremento del deficit di bilancio degli Stati Uniti, che potrebbe portare a un aumento dei tassi di interesse”.

Oro, i target di Ubs sul metallo giallo

In questo contesto, le prospettive per i prezzi dell’oro rimangono positive, poiché è possibile un’ulteriore debolezza del dollaro. Secondo gli analisti di UBS, “il rally di questa settimana rafforza il nostro posizionamento preferito sull’oro”.

In prospettiva, prevediamo che l’oro possa salire a 2.600 dollari l’oncia entro la fine di quest’anno e a 2.700 dollari l’oncia entro la metà del 2025. Per gli investitori che considerano un’esposizione a livello di portafoglio, riteniamo che l’oro sia una copertura efficace contro la polarizzazione geopolitica e i conflitti, l’inflazione e i deficit eccessivi. Oltre a modeste allocazioni in oro, raccomandiamo agli investitori di diversificare i loro portafogli anche attraverso l’esposizione ad attività alternative meno correlate, come i mercati privati e gli hedge fund.