Seduta estremamente volatile per gli indici americani, capaci di recuperare dalla forte debolezza iniziale e terminare la seduta in positivo grazie al colpo di reni delle ultime ore. Il Dow Jones, che perdeva oltre 300 punti ad un certo momento della sessione, ha chiuso con un progresso del 2.50% a 12272, l’S&P500 del 2.16% a 2318, il Nasdaq, inizialmente pressato dalle brutte trimestrali di Apple (AAPL) e Motorola (MOT), ha guadagnato l’1.05% a 2316.
“La volatilita’ e’ diventata un elemento costante sui mercati azionari e lo sara’ finche’ gli investitori non inizieranno ad avere un quandro piu’ chiaro sulla direzione economica” ha affermato Alan Lancz, direttore della banca d’investimento LanczGlobal. Negli ultimi 14 giorni di contrattazioni solo in due sedute si sono registrati movimenti del Dow Jones inferiori a tre cifre.
A spingere al rialzo gli indici sono stati gli acquisti effettuati sul finale dagli investitori alla ricerca delle opportunita’ create dal recente sell-off, che in molti casi ha originato una condizione di ipervenduto, ideale per l’inserimento di determinati titoli in portafoglio. A guidare il recupero sono stati i comparti bancario e immobiliare (REIT compresi), che hanno iniziato a beneficiare della manovra straordinaria di politica monetaria effettuata dalla Fed nella giornata di ieri, relativa alla riduzione del costo del denaro di 75 punti base al 3.5%.
Tra i singoli titoli, Citigroup(C), JPMorgan (JPM) e Bank of America (BAC), le piu’ grosse banche americane, tra martedi’ e mercoledi’ hanno registrato il miglior rally degli ultimi tre mesi; Centex (CTX) e DR Horton (DHI) nel comparto delle costruzioni si sono spinti al rialzo ad un tasso che non si vedeva da quasi due mesi. Da notare che Bear Stearns (BSC) in mattinata aveva emesso un upgrade a “Overweight” da “Underweight” proprio sul comparto bancario a larga capitalizzazione evidenziando come nei periodi di forti ribassi dei tassi queste societa’ hanno tendenzialemente sovraperformato il mercato.
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C’e’ gia’ pero’ chi ha definito il rally giornaliero come il classico “rimbalzo del gatto morto” sostenendo che ne’ la politica monetaria accomodante della Fed tanto meno il pacchetto di stimolo fiscale presentato da Bush permetteranno all’economia Usa di evitare la recessione (che secondo la maggior parte degli operatori e’ gia’ cominciata, anche se non rilevata statisticamente).
A spingere in forte ribasso gli indici in avvio, oltre al solito tam-tam su recessione e tassi d’interesse, era stata anche la deludente trimestrale diffusa dal colosso informatico Apple (AAPL) responsabile dei massicci Sell sull’intero comparto tecnologico. La societa’ di Cupertino ha diffuso un outlook peggiore delle stime per i prossimi mesi e riportato vendite inferiori al consensus. L’azione ha chiuso con un ribasso dell’11%.
Tra le altre societa’ hi-tech, in evidente difficolta’ anche Google (GOOG) (arrivato a testare il livello psicologico dei $550) e Microsoft (MSFT). Motorola (MOT) ha riportato un calo dell’84% dei profitti e annunciato un outlook inferiore alle attese: il titolo ha lasciato sul terreno piu’ del 18%. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ il colosso delle aste online eBay (EBAY) a diffondere la trimestrale.
Il rischio-recessione sta comunque influenzando in pieno i mercati mondiali. Forti perdite sono state riportate sulle princiapli piazze europee. Gli strategist delle maggiori banche d’affari Usa stanno rivedendo al ribasso tutte le stime sulla crescita del Pil americano e sui target degli indici azionari. Tobias Levkovich, chief equity strategist di Citigroup (C) ha ridotto le stime sul 2008 per l’S&P500 del 7.5%. Anche le banche d’affari Merrill Lynch (MER) e UBS hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita dell’azionario e dell’economia.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora in ribasso il petrolio. I futures con consegna febbraio sono arretrati di $2.22 a $86.99 al barile. Sul valutario, in stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4631. In ribasso l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $7.20 a $883.10 all’oncia. In progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4260% dal 3.4840% di martedi’.
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