In tutta Europa trovare autisti da mettere alla guida di un Tir è diventata un’impresa quasi proibitiva, anche in Italia dove si stima che vi siano almeno 22mila i camionisti che non si trovano sul mercato del lavoro. Negli ultimi 5 anni persi quasi 410 mila patentati (-35%) ed entro 10 anni la metà degli autisti andrà in pensione dice la CGIA di Mestre.
Autisti tir: fra 10 anni in pensione la maggioranza
Rispetto al 2019 il numero dei titolari della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) di merci è diminuito di quasi 410mila unità. Cinque anni fa erano poco meno di 1,2 milioni, ora sfiorano quota 770 mila. Se la coorte dei giovanissimi (con meno di 25 anni) è in aumento del 65,9% (anche se in valore assoluto registriamo un modesto +2.855), le fasce demografiche tra i 30 e i 54 anni hanno subito un vero e proprio crollo (mediamente del 45/50 per cento) dice l’associazione degli artigiani di Mestre.
E’ importante segnalare che rispetto allo stock attuale, gli over 50 sono poco più di 412 mila, pari al 53,7 per cento del totale. Pertanto, è prevedibile ritenere che fra 10 anni la stragrande maggioranza di questi lavoratori uscirà dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età. Insomma, un autista su 2 lascerà definitivamente la guida professionale. Ebbene, chi sostituirà queste persone se non riusciremo a invertire il trend in atto?
A Ferragosto meno Tir sulle strade. E nei prossimi anni?
In queste ultime settimane il numero dei Tir che transita lungo le nostre autostrade e le strade extraurbane è in forte calo denuncia la Cgia di Mestre secondo cui “con tante fabbriche e negozi chiusi per ferie è venuta meno la necessità di recapitare merci, semilavorati e consegnare prodotti finiti”.
Qualche segnale preoccupante lo stiamo già vivendo nel trasporto pubblico locale, dove la mancanza di autisti sta facendo diminuire in misura preoccupante l’offerta di bus, tram e metro con gravi disagi per i turisti e i pendolari. Con meno camionisti, perché molti andranno in pensione e solo una piccola parte sarà sostituita dalle nuove generazioni, corriamo il rischio che fra meno di un decennio il settore non sia più in grado di soddisfare interamente le richieste di trasporto merci avanzate dai committenti. Certo, per far fronte a questa situazione non è da escludere che in futuro si possa incentivare il ricorso agli autisti stranieri, ai vettori internazionali e sperare che, in tempi ragionevolmente brevi, siano disponibili sul mercato a prezzi accessibili gli automezzi pesanti a guida autonoma. Sono tutte ipotesi che, purtroppo, si scontrano con una certezza: nel giro di qualche anno anche nell’autotrasporto gli effetti della denatalità si faranno sentire spaventosamente.
In 10 anni perse 21.248 ditte di autotrasporto
L’analisi della Cgia di Mestre rivela inoltre che negli ultimi 10 anni lo stock complessivo delle imprese di autotrasporto presenti in Italia è diminuito di 21.248 unità. Se nel 2013 erano 101.935, nel 2023 sono scese a 80.687 (-20,8 per cento). A livello regionale le situazioni più critiche si sono verificate in Valle d’Aosta con una contrazione del 33,7 per cento (in valore assoluto pari a -33), in Friuli Venezia Giulia del 32,3 per cento (-573), nel Lazio del 30,7 per cento (-2.733), in Liguria del 30 per cento (-773) e in Piemonte del 29,9 per cento.