Dopo il drastico calo di metà estate, la scorsa settimana i mercati finanziari hanno continuato a recuperare terreno: l’indice S&P 500 ha registrato le prime settimane positive consecutive dalla metà di luglio, riportandosi a 5.600 punti; anche i mercati azionari non statunitensi sono cresciuti, mentre nell’obbligazionario, il rendimento dei Treasury Usa a 10 anni è sceso di 8 punti base al 3,80%.
Gli utili sorprendentemente solidi riportati da alcune società orientate ai consumi e i verbali dovish della riunione di luglio della Federal Reserve hanno contribuito a rafforzare l’ottimismo degli investitori. La settimana si è conclusa con le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell al summit delle banche centrali che si tiene ogni anno a Jackson Hole, dove ha espresso fiducia verso un ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% posto dalla banca centrale, affermando con decisione che “è giunto il momento di adeguare la politica monetaria”.
Sebbene il recente rimbalzo dei mercati abbia fatto tirare un sospiro di sollievo, la volatilità di quest’estate serve a ricordare agli investitori che occorre sempre monitorare attentamente le allocazioni di portafoglio. Con i dati che continuano a evidenziare un rallentamento dell’economia – da tempo oggetto di discussione – le previsioni per un soft o hard landing sono destinate a intensificarsi. In particolare, la scorsa settimana abbiamo assistito a una consistente revisione al ribasso (-818.000) del dato sui salari non agricoli del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti per il periodo di 12 mesi terminato il 31 marzo 2024. Questa correzione – la seconda più grande revisione negativa sulla creazione di posti di lavoro mai registrata – ha fatto notizia ma non ha suscitato grandi reazioni sui mercati. Gli investitori sembra non si siano curati di questo dato, poiché sostiene la tesi di un mercato del lavoro in calo ma ancora solido, che la Fed spera possa essere la base per un soft landing.
Ma può essere difficile dare una definizione di “soft” in questo contesto. La lettura di luglio del Leading Economic Index (LEI) del Conference Board, considerato un indicatore dei principali punti di inflessione del ciclo economico statunitense, è rimasta saldamente in territorio di contrazione. Il Conference Board ha sottolineato che, sebbene si preveda che l’economia statunitense si espanderà nella seconda metà del 2024, gli ostacoli all’accelerazione della crescita stanno aumentando.
Il contesto attuale suggerisce che gli investitori potrebbero prendere in considerazione l’allocazione in aree del mercato che appaiono predisposte a performare bene in un contesto di tassi in calo, con la capacità di sovraperformare qualora dovessero emergere condizioni di recessione.
Taglio tassi Fed, come modificare il portafoglio obbligazionario
A poche settimane dal probabile primo taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, gli investitori hanno ancora tempo per aggiungere ai loro portafogli duration ed esposizione al credito, se non l’hanno ancora fatto.
I rendimenti dei Treasury all’estremità più corta della curva sono destinati a diminuire in risposta ai tagli dei tassi, mentre i rendimenti delle scadenze più lunghe dovrebbero diminuire a causa di un modesto rallentamento della crescita economica – un contesto favorevole per l’incremento dei prezzi delle obbligazioni. Anche se l’economia rallenta, i bilanci dei consumatori rimangono solidi e gli investimenti delle imprese durevoli. Riteniamo che questa combinazione possa contribuire a mantenere bassi i tassi di default delle imprese.
Inoltre, mancano poco più di due mesi alle elezioni presidenziali Usa. Negli ultimi sette cicli elettorali e in tutti i settori del credito, i rendimenti medi a un anno dopo le elezioni sono stati solidi.
Tra i titoli tassabili, vediamo opportunità interessanti sia nelle categorie investment grade che in quelle inferiori a investment grade. I titoli privilegiati sono una valida opzione tra i settori investment grade: questi, infatti, sono sostenuti dalla forza fondamentale delle banche statunitensi (i maggiori emittenti di questi titoli), che a giugno hanno tutte superato gli stress test 2024 della Fed. Siamo particolarmente favorevoli ai titoli privilegiati con valore nominale pari a 1000 dollari, che attualmente offrono quasi due unità di rendimento per unità di duration.
Per quanto riguarda i settori inferiori all’investment grade, le obbligazioni societarie high yield hanno un rendimento superiore al 7%, particolarmente interessante alla luce del miglioramento della qualità del credito negli ultimi anni. Inoltre, i rapporti di copertura degli interessi (una misura della capacità di una società di onorare il proprio debito) rimangono buoni per gli emittenti high yield, e solo una piccola parte del debito detenuto dal settore giungerà a scadenza nei prossimi anni.