Petrolio in calo, OPEC+ pianifica di aumentare la produzione
Il petrolio ha registrato una flessione in seguito agli indizi di un piano dell’OPEC+ per incrementare l’output da ottobre, mentre le sfide economiche in Cina si intensificano.
Il Brent per novembre si attesta a 76,4 dollari al barile dopo aver perso oltre il 2% venerdì, e il West Texas Intermediate scambia vicino ai 73 dollari. Il cartello prevede di aggiungere 180.000 barili al giorno, ripristinando gradualmente la produzione interrotta dal 2022, secondo quanto riferito da delegati coinvolti nelle discussioni.
Gli ultimi dati cinesi sollevano preoccupazioni sul fatto che il maggior importatore di greggio al mondo possa faticare a raggiungere l’obiettivo di crescita economica del 5% prefissato per quest’anno. Anche le vendite di diesel in India hanno registrato un forte declino lo scorso mese.
Il petrolio ha perso la maggior parte dei suoi guadagni quest’anno a causa delle aspettative di un’offerta ampia e dei segnali di difficoltà economiche, inclusi quelli negli Stati Uniti, che hanno pesato sui prezzi. La volatilità è aumentata nelle ultime settimane, con i futures sul greggio alle prese con forti oscillazioni intraday ad agosto.
L’OPEC+ ha ripetutamente dichiarato che potrebbe “mettere in pausa o invertire” gli aumenti di produzione pianificati se necessario, anche se una crisi politica in Libia, che ha dimezzato la produzione nazionale, potrebbe aver dato all’alleanza lo spazio per aggiungere più barili.
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Wall Street ha aperto con un lieve rialzo, influenzata da dati sull’inflazione e speculazioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. Il dollaro si rafforza, mentre il petrolio registra un aumento significativo.
Negli Stati Uniti, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione ha visto una diminuzione significativa, segnando il livello più basso da maggio. Questo dato sorprende positivamente le aspettative degli analisti.
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