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Borse: perché gli investitori non dovrebbero temere i massimi storici

Settembre è di solito il mese più debole per i mercati azionari, ma questo potrebbe essere un’opportunità per posizionarsi in vista del quarto trimestre, il più forte dell’anno. È quanto mette in evidenza Gabriel Debach, market analyst di eToro, che in una nota odierna passa in rassegna i principali market mover del mese appena iniziato.

Market mover di settembre

Tra i principali eventi in calendario a settembre, spiccano il previsto primo taglio dei tassi della Fed il 18 settembre e il secondo della BCE in calendario il 12 settembre.

Occhio anche all’evento Apple del 9 settembre, giorno in cui verrà lanciato l’iPhone 16, che poi è quello che porterà in dote (con tempi ancora incerti) anche Apple Intelligence, l’intelligenza artificiale di Apple presentata a Cupertino lo scorso giugno.

Per quanto riguarda questa settimana, che si apre con i mercati americani chiusi per il Labor Day, l’attenzione degli investitori si concentrerà sui dati del mercato del lavoro negli Stati Uniti, attesi per venerdì. Le stime prevedono la creazione di 163 mila nuovi posti di lavoro ad agosto, in rialzo rispetto ai 114 mila di luglio, con il tasso di disoccupazione che dovrebbe tornare al 4,2%. Prima di questo, verranno pubblicati anche gli indici ISM di agosto per la produzione e i servizi, insieme ai dati JOLT di luglio.

Nell’area euro, venerdì si attende la pubblicazione del compenso per dipendente, una misura chiave della crescita salariale monitorata dalla BCE.

Sul fronte delle trimestrali, a mancare all’appello sono soprattutto Broadcom e Nio. Per Broadcom, la stima di consenso prevede utili di 1,20 dollari per azione su un fatturato di 12,90 miliardi di dollari, con una crescita dei ricavi del 45,3% su base annua. I trader di opzioni stimano un movimento dell’8,7% sugli utili, con il titolo che ha registrato una media del 5,9% negli ultimi trimestri. Per NIO, invece, si prevede una perdita di 0,46 dollari per azione su un fatturato di 2,35 miliardi di dollari, che rappresenta una crescita dei ricavi del 94,3% su base annua. La guidance della società stimava un fatturato compreso tra 2,30 e 2,37 miliardi di dollari, e i trader di opzioni stanno valutando un movimento del 14,0%.

Agosto positivo per i mercati

Nonostante un inizio molto difficile, provocato dai timori di recessione e dall’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca del Giappone, il mese di agosto si è chiuso in crescita su entrambe le sponde dell’Atlantico. I tre maggiori indici hanno registrato un rialzo: il Dow ha guadagnato quasi l’1,8%, lo S&P il 2,3%, il Nasdaq quasi lo 0,7%. Per lo S&P 500, si ètrattato del quarto mese consecutivo in rialzo. Anche i numeri estivi non sono da meno: tra giugno e agosto 2024, lo S&P 500 ha registrato un incremento dell’8,9%. Si tratta del terzo miglior risultato estivo dal 1998, superato solo dai picchi del 2020 (15%) e del 2009 (11%).

Come messi in evidenza da Debach:

Sotto la superficie del rialzo e della continuità dell’azionariato americano, alcuni segnali di cambiamento si presentano con forza. A differenza della prima metà dell’anno, una gamma più ampia di settori e azioni sta ora guidando il rally, indicando un graduale cambiamento nella leadership del mercato. Mentre lo S&P 500 deve ancora raggiungere un nuovo massimo dopo il ritiro di inizio agosto, infatti, l’indice equal-weight ha raggiunto nuovi massimi, suggerendo che la volatilità del mercato ha funzionato a vantaggio del titolo medio.

Per quanto riguarda i profitti:

La crescita degli utili dell’S&P 500 che, escludendo i titoli dei Magnifici 7, è stata positiva per la prima volta in cinque trimestri. Nel complesso, il risultato è stato superiore alle aspettative, con l’80% delle aziende che ha superato le stime degli analisti, e utili in crescita dell’11,4%, un’accelerazione rispetto al primo trimestre.
Le previsioni per l’intero anno 2024 e 2025 restano ottimistiche, con una crescita degli utili attesa oltre il 10% per ciascuno dei due anni. Nonostante la buona stagione delle trimestrali, tuttavia, la risposta del mercato non è stata così positiva, soprattutto per le big tech. I risultati hanno evidenziato un vento contrario che i vincitori della tecnologia a mega-capitalizzazione devono affrontare: quello delle aspettative elevate.

Venendo alle Borse europee, regina del Vecchio Continente è stata Madrid che ha messo a segno un rialzo del 3%. Segue Francoforte con un +2,4%. Bene anche Milano che ad agosto è salita dell’1,8%.  Rialzi più contenuti per Parigi che nel mese ha segnato un +1,3%.

A livello settoriale, il migliore nel mese è stato quello del retail (+4,8%), seguito dalle telecomunicazioni (+4,3% nel mese); tra i peggiori spicca il comparto oil&gas (-3,6%), a seguito dell’acuirsi del conflitto in Medio Oriente e della decisione della Libia di stoppare le esportazioni di greggio. Ad agosto segno meno anche per il settore bancario (-1,8%).

Venendo ai titoli principali di Piazza Affari, al primo posto del mese è Ferrari che ha messo a segno un progresso del 17,6% (+3,8% nell’ottava), seguita da Generali a +4% (+3,6% nella settimana). Fronte opposto per Tenaris che nel mese ha ceduto il 10% mentre è riuscita a chiudere in positivo la settimana scorsa (+3,9%).

Perché gli investitori non dovrebbero temere i massimi storici

Con i mercati azionari ai massimi storici (l0 S&P 500 è l’1% sotto i massimi storici del 16 luglio, quando raggiunse 5.667 punti), Mark Haefele, Chief Investment Officer, UBS Global Wealth Management, segnala che, per alcuni investitori, l’idea di acquistare a questi livelli suscita preoccupazioni per il rischio di prese di beneficio. Tuttavia – suggerisce l’esperto –  uno sguardo alla storia suggerisce che tali rischi potrebbero essere inferiori a quelli percepiti.

I rischi di ribasso derivanti da punti di partenza casuali non sono così elevati come comunemente percepiti. Supponendo che un investitore abbia acquistato sul mercato azionario statunitense in un momento qualsiasi, nel 28% dei casi non vedrà mai il suo investimento (compresi i dividendi) andare in rosso. In poco più della metà dei casi, un investitore non subirà un ribasso superiore al 5% e solo nel 19% dei casi sperimenterà un “mercato orso personalizzato” con una perdita superiore al 20% sul proprio investimento.
Le perdite sono storicamente meno probabili se le azioni sono ai massimi storici. Nel 32% dei casi di acquisto ai massimi storici, un investitore non vedrà il proprio investimento (compresi i dividendi) in perdita. Solo nel 15% dei casi un investitore assisterà ad un calo superiore al 20% (rispetto al 19% della stessa analisi effettuata con un punto di partenza casuale).

Ciò detto, i rendimenti della liquidità potrebbero erodersi con l’avanzare del ciclo di riduzione dei tassi globali. Haefele, che l’attuale contesto costruttivo sia per le azioni che per le obbligazioni, raccomanda dunque agli investitori di creare un piano per mettere a frutto la liquidità in eccesso.