Si preannuncia un autunno caldo per i lavoratori della Volkswagen dopo che il colosso automobilistico tedesco ha dichiarato a inizio settembre che potrebbe chiudere alcuni siti di produzione in Germania, una misura che in precedenza era considerata fuori discussione, minacciando ulteriori tagli ai posti di lavoro nell’ottica di risparmiare sui costi.
Volkswagen minaccia chiusura stabilimenti
L’annuncio è stato aspramente criticato dalle associazioni dei lavoratori, con il principale sindacato industriale tedesco IG Metall che ha parlato di un piano che “scuote le fondamenta” della casa automobilistica.
“L’industria automobilistica europea si trova in una situazione molto difficile e seria”, ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo Volkswagen Oliver Blume in una nota scritta.
“Il contesto economico è diventato ancora più difficile e nuovi concorrenti stanno entrando nel mercato europeo. Inoltre, la Germania, in particolare come luogo di produzione, sta perdendo terreno in termini di competitività”.
Di conseguenza, l’amministratore delegato del Gruppo ha dichiarato che l’azienda “deve ora agire con decisione”. Volkswagen ha dichiarato che i marchi all’interno dell’azienda dovranno essere sottoposti a una “ristrutturazione completa”, prima di aggiungere che la situazione attuale significa che non è più possibile escludere la chiusura di impianti per la produzione di veicoli e componenti.
“Insieme, attueremo misure appropriate per diventare più redditizi. Stiamo riportando la VW al suo posto: è una responsabilità di tutti noi”, ha aggiunto. “Da tempo spendiamo per il marchio più soldi di quanti ne guadagniamo. Questo non va bene nel lungo termine”, ha dichiarato Arno Antlitz, direttore finanziario e direttore operativo del Gruppo Volkswagen, ai dipendenti, secondo quanto riportato da Volkswagen.
Le vendite annuali di veicoli in Europa sono diminuite rispetto al periodo precedente la pandemia di Covid-19 e sono destinate a rimanere più basse rispetto a quella base, ha spiegato Antlitz il quale ha detto di aspettarsi che in futuro sul mercato europeo si venderanno circa 2 milioni di auto in meno all’anno rispetto al periodo precedente alla pandemia.
“La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta con semplici misure di riduzione dei costi”, ha dichiarato Thomas Schäfer, ceo del marchio VW. “Per questo motivo vogliamo avviare quanto prima un confronto con i rappresentanti dei lavoratori per esplorare le possibilità di una ristrutturazione sostenibile del marchio”, ha aggiunto Schäfer.
L’incontro con i sindacati
La dirigenza della Volkswagen si è confrontata con i lavoratori, sottolineando la necessità di assumersi “responsabilità comuni” nel tentativo di risollevare le sorti del colosso automobilistico tedesco in crisi. Il Consiglio di fabbrica della Volkswagen, composto da membri del personale eletti per rappresentare gli interessi dei dipendenti all’interno dell’azienda, e il principale sindacato industriale tedesco IG Metall, hanno criticato duramente il piano.
Daniela Cavallo, rappresentante di spicco del Consiglio generale di fabbrica della Volkswagen, ha dichiarato che la risposta proposta dalla direzione della casa automobilistica “non è solo una vergogna.
È una dichiarazione di fallimento… In breve: tutto è in gioco”, ha detto Cavallo rivolgendosi ai lavoratori dello stabilimento di Wolfsburg. “E che cosa vi viene in mente? Chiudere le fabbriche? Licenziamenti per motivi operativi? Tagli ai salari? Queste idee sarebbero ammissibili solo in uno scenario! E cioè se l’intero modello di business è morto”.
Cavallo ha poi esortato la dirigenza di Volkswagen a proporre un piano che non preveda la chiusura delle fabbriche tedesche.
Come sta andando il titolo Volkswagen in Borsa
Sicuramente l’agitazione in atto in casa Wolfsburg non fa bene al titolo della Volkswagen che scende dell’1,6% alla borsa di Londra, mentre il prezzo delle azioni dell’azienda è crollato di oltre il 36% negli ultimi cinque anni. La flessione arriva in un contesto economico difficile per la casa automobilistica e con l’afflusso di nuovi concorrenti in Europa, mentre Volkswagen cerca di sopravvivere alla transizione verso le auto elettriche.