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Fed, BoE, BoJ e le altre: cosa decideranno le banche centrali sui tassi di interesse

E’ una settimana cruciale quella appena iniziata con gli occhi degli investitori puntati sulla Federal Reserve. Dopo il taglio aggressivo da parte della Bce é il turno della banca centrale guidata da Jerome Powell che dovrà fare i conti con il mercato del lavoro, un mercato in deterioramento di lungo periodo e che risulta essere il driver assoluto per il ciclo di taglio dei tassi non solo per la banca americana ma anche per le altre banche centrali, sostiene David Pascucci, analista dei Mercati per XTB.

Fed: verso un taglio dei tassi dello 0,5%?

Nelle ultime settimane i responsabili politici della Fed hanno gettato le basi per un taglio dei tassi d’interesse. Attualmente, il tasso obiettivo della Fed si colloca tra il 5,25% e il 5,5%. Alcuni economisti hanno sostenuto che la Fed dovrebbe tagliare i tassi di 50 punti base, accusando la banca centrale di essersi spinta in precedenza “troppo in là, troppo in fretta” con l’inasprimento della politica monetaria. Altri hanno descritto una simile mossa come “molto pericolosa” per i mercati, spingendo invece per un taglio dei tassi di 25 punti base.

“L’ultima stima che vediamo” – sostiene Pascucci – “è uscita dopo la decisione del taglio dei tassi Bce, un taglio particolarmente aggressivo che ha visto la particolarità di un avvicinamento tra tasso sui depositi e tasso di rifinanziamento principale, riduzione che abbiamo visto l’ultima volta (in un ciclo di taglio di tassi) solamente nell’ottobre del 2008, subito dopo il fallimento di Lehman Brothers”.

Il mercato del lavoro è palesemente in deterioramento e questo potrebbe portare la Fed a compiere dei tagli aggressivi anche nel corso delle prossime riunioni di politica monetaria. Solamente un miglioramento del mercato del lavoro, evento statisticamente improbabile, potrebbe frenare un ciclo di taglio dei tassi ma al momento la strada del tasso di disoccupazione sembra segnata e nulla si può fare al momento se non attendere i prossimi dati.

Non solo Fed: attesa per la Bank of England e la BoJ

In settimana si riuniranno anche la Banca d’Inghilterra e quella del Giappone. Nel Regno Unito, si ritiene improbabile un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra (BOE). Secondo un sondaggio Reuters, tutti i 65 economisti intervistati si aspettano che la BoE mantenga i tassi fermi al 5% dopo aver effettuato all’inizio di agosto il primo taglio dopo oltre quattro anni.

“Le stime per la Bank of England vedono tassi invariati al 5%, una decisione che sembra azzardata considerando i numeri attuali e le tendenze dell’economia Uk” sostiene l’analista Pascucci.,

L’andamento dell’economia Uk risultano essere un mix tra Europa e Usa con il tasso di disoccupazione tendenzialmente basso ma in via di peggioramento al 4,1% e un’inflazione molto vicina al target di inflazione come l’Europa al 2,2%. Tenere i tassi fermi significa mantenere questa tendenza, con l’unico problema che il tasso di interesse é relativamente elevato rispetto alla sua inflazione, una differenza che a livello macroeconomico dovrebbe tendere verso lo 0%, ossia tassi e inflazione nel lungo termine dovrebbero coincidere per avere un’economia in pieno equilibrio. Il tasso di disoccupazione in Uk é al 4,1%, un tasso di disoccupazione che scende dal 4,4% di maggio e che per la seconda volta vede una piccola ondata ribassista che risulta alquanto insolita a livello storico.

Per quanto riguarda la Bank of Japan, gli esperti concordano in una politica monetaria stabile, senza aumenti.

Rientra l’allarme Yen grazie al forte apprezzamento della valuta domestica nei confronti del dollaro dopo i molteplici interventi a partire dal 2022 e dopo l’aumento recente dei tassi portati allo 0,25%, evento storico per la BoJ che non toccava i tassi dalla crisi dei mutui subprime. Al momento é lo Yen che guida le decisioni di politica monetaria di Ueda, grazie all’apprezzamento di circa un 13% rispetto al biglietto verde a partire da luglio. Anche per la BoJ si attendono tassi fermi per questa riunione.

Brasile, Sudafrica e Norvegia: cosa decideranno le banche centrali

Ma è una settimana intesa anche per altre banche centrali. Come quella brasiliana, che ha tagliato i tassi d’interesse più volte dal luglio dello scorso anno, e i dati economici del secondo trimestre, più forti del previsto, sono considerati come probabili fattori che porteranno a un rialzo dei tassi d’interesse.

Secondo gli economisti intervistati da Reuters, giovedì la Reserve Bank del Sudafrica dovrebbe tagliare i tassi di interesse, per la prima volta dallo scoppio della pandemia. Infine la Norges Bank nella sua prossima riunione di giovedì, dovrebbe mantenere il tasso di interesse al 4,5%, al livello massimo da 16 anni.