Economia

Banche impreparate ai rischi climatici, bocciate le big di Wall Street. Bene Unicredit

Sebbene le banche abbiano iniziato a misurare i rischi climatici, molti istituti, tra cui alcuni big player di Wall Street, continuano a sottovalutare le potenziali ricadute negative per i clienti e l’economia in generale.

Lo studio

Lo riporta uno studio di Climate X, fornitore di dati sui rischi, da cui emerge che solo 7 delle prime 50 banche valutate soddisfano più della metà dei criteri di adattamento al clima, e nessuna soddisfa tutti i criteri. Il rapporto evidenzia anche le disparità regionali, mostrando che le banche europee sono leader nell’adattamento al clima, mentre le banche statunitensi e australiane sono in ritardo.

Kamil Kluza, chief product officer di Climate X, in un’intervista a Bloombreg, ha spiegato:

“Il motivo per cui siamo caduti nella recessione del 2008” è che ‘non abbiamo colto a sufficienza il rischio di liquidità e le relative sfide patrimoniali’, ha dichiarato in un’intervista. All’epoca, “ci occupavamo del rischio di credito, del rischio operativo e del rischio di mercato, ma non avevamo mai considerato il rischio di liquidità”. Attualmente esiste un analogo punto cieco per quanto riguarda il rischio climatico, ha affermato Kluza.

Le banche che hanno ottenuto i punteggi più bassi nel finanziamento degli investimenti per l’adattamento al riscaldamento globale sono Goldman Sachs Group Inc., Morgan Stanley e JPMorgan Chase & Co.. La banca che ha ottenuto il punteggio più alto – con 12 punti su 17 possibili – è stata Standard Chartered Plc, seguita da Banco Santander SA, con 11 punti. Seguono pari merito con 9 punti Unicredit e Sberbank of Russia.

Le cinque migliori

  • Standard Chartered  (UK)
  • Banco Santander  (Spain)
  • Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (Spain)
  • UniCredit (Italy)
  • Sberbank of Russia (Russia)

Le cinque peggiori

  • Japan Post Bank (Japan)
  • Morgan Stanley (US)
  • Goldman Sachs (US)
  • Capital One (US)
  • U.S. Bancorp (US)

I costi del clima sono in aumento

Secondo Climate X, circa l’80% delle banche analizzate sta raccogliendo e analizzando i dati e, al contempo, sta esaminando i potenziali scenari di rischio. Tuttavia, meno della metà compie il passo successivo impegnandosi con i clienti con profili a rischio o modificando i propri finanziamenti.

Il report evidenzia inoltre che le banche pongono “una forte enfasi sulla comprensione e sulla gestione dei rischi fisici”. Tuttavia, molto meno tempo viene dedicato alla “fornitura di prodotti e servizi di adattamento e resilienza e all’integrazione dell’adattamento nel business-as-usual”.

Il cambiamento climatico è già così avanzato che le politiche di adattamento sono state identificate dalle Nazioni Unite come parte essenziale della risposta globale. Ma finora il conto è stato pagato da filantropi e governi: un rapporto di aprile ha rilevato che il settore privato ha contribuito solo al 3% di tutti i finanziamenti per l’adattamento dal 2019 al 2022.

I fondi attualmente stanziati sono solo “una frazione di ciò che è necessario”, ha dichiarato Axel van Trotsenburg, direttore generale della Banca Mondiale, in un discorso di giugno. E una parte eccessiva di questi fondi è destinata a “correggere errori che non avrebbero dovuto essere commessi”.