Società

Intesa annuncia 3mila uscite volontarie. Esuberi anche in UniCredit

Ricambio generazionale in Intesa Sanpaolo. La banca milanese guidata da Carlo Messina ha annunciato un nuovo piano di esodi volontari e un nuovo piano di sviluppo delle competenze che prevede un programma di riqualificazione dei dipendenti. Secondo quanto riferito dalle fonti sindacali (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin), la banca prevede 3.000 uscite attraverso il pensionamento, destinate ai dipendenti che matureranno il diritto alla pensione entro la fine del 2028, con le prime uscite fissate per il 31 dicembre 2024.

Intesa annuncia prepensionamenti

Parallelamente, l’azienda intende proseguire il suo impegno nel riqualificare le competenze, come già avvenuto tra il 2022 e il 2023, quando oltre 5.300 persone sono state riqualificate, per un totale di 31,3 milioni di ore di formazione. L’obiettivo è di raggiungere 8.000 riqualificazioni entro il 2025, in linea con il rinnovamento delle professioni, soprattutto nell’ambito tecnologico.

La discussione per definire il quadro normativo e gli strumenti necessari per implementare questo programma inizierà il 26 settembre, nel contesto del più ampio Piano d’Impresa di Intesa Sanpaolo, che pone grande enfasi sullo sviluppo digitale e la trasformazione delle competenze.

Nuovo piano ricollocazione in UniCredit

Anche i lavoratori di UniCredit sono in subbuglio. Ad inizio settembre, l’istituto ha avviato una procedura per 1.600 efficientamenti nel biennio 2025-2026.

Di questi 1.600, circa 600 lavoratori saranno interessati da percorsi di ricollocazione e riqualificazione professionale nel corso del 2025/26, prevalentemente verso le strutture di business con interventi formativi volti a consentirne l’occupabilità nelle diverse strutture aziendali. Così si legge nella nota di Fisac Cgil, secondo cui per un numero pari a circa 1.000 lavoratori è previsto, con accordo sindacale, l’accesso, nel corso del 2024/25,su base volontaria ed incentivata a diverse forme di esodo, ovverossia il pensionamento diretto (con ultima finestra di pensione entro 1° gennaio 2026) e tramite l’utilizzo del Fondo di Solidarietà (con ultima finestra di pensione entro 1° gennaio 2031).

Nell’ambito delle 1.000 potenziali uscite, fanno sapere le sigle sindacali, si terrà conto delle circa 300 adesioni già raccolte a seguito dell’accordo del 19 dicembre 2023.