Economia

Debito pubblico italiano senza freni: +99 mld in sei mesi

Nel primi sei mesi dell’anno, il debito pubblico italiano è cresciuto di 99 miliardi. Una cifra che porta a 2.948 miliardi l’ammontare totale a fine giugno. E che rischia di crescere ancora entro fine anno. Secondo le stime di Mazziero Research, l’ammontare totale stimato si posizionerà nella forchetta tra 2.937 e 2.970 miliardi.

“Se una condotta di questo tipo fosse adottata da una semplice famiglia questa si troverebbe sul lastrico nel giro di qualche anno” si legge nella nota a corredo dell’ultimo Osservatorio trimestrale sul debito. “Sebbene uno Stato abbia modo di procrastinare la resa dei conti, emettendo titoli sui quali dovrà pagare interessi, prima o poi questa deriva dei conti e irresponsabile gestione presenterà il conto. Nessun Governo ha mai risposto di ciò, anzi ha sempre addossato le colpe a chi l’ha preceduto, ma poi quando una legislatura entra nella fase della maturità e non si vedono cambiamenti apprezzabili c’è poco da andare fieri”.

Crescita al rallentatore

In questo contesto, non aiuta la crescita. Secondo l’ufficio studi di Mazziero, se è vero che l’Italia sta mostrando una crescita migliore di altri Paesi, “resta il fatto che il PIL cresce dello zero virgola e ciò è insufficiente per sostenere un debito che ormai ha raggiunto i 2.950 miliardi. Il sentiero diventa sempre più ripido e non vorremmo che a un certo punto vi fosse un brusco risveglio”.

Dopo l’ultima rilevazione Istat del PIL del secondo trimestre, che ha visto un aumento rispetto alla stima preliminare che è stata portata dallo 0,2% allo 0,3%, Mazziero ha rivisto il PIL annuale 2024 allo 0,8% che si compone da una prosecuzione del +0,2% per il 3° trimestre e +0,1% per il 4° trimestre.

“La tendenza resta in calo, trimestre su trimestre, senza comunque arrivare a un valore nullo. Nel complesso, considerando anche le condizioni economiche europee, la crescita italiana si può definire buona, anche se poco soddisfacente ai fini della sostenibilità del debito. Si rendono pertanto necessarie delle misure di contenimento della spesa pubblica”.