Oracle investe 6,5 miliardi di dollari in infrastrutture cloud in Malesia
Oracle ha recentemente svelato un investimento di 6,5 miliardi di dollari destinato a sviluppare infrastrutture cloud in Malesia. Questo passo strategico è volto a sostenere la modernizzazione tecnologica del Paese, promuovendo la migrazione al cloud e l’innovazione attraverso l’uso di dati, analisi avanzate e intelligenza artificiale.
Garrett Ilg, vicepresidente esecutivo e direttore generale per il Giappone e l’Asia Pacifico, ha dichiarato che la Malesia offre “opportunità uniche” per le organizzazioni che desiderano accelerare il loro sviluppo grazie alle tecnologie digitali, e Oracle mira a rendere il Paese un centro nevralgico per le infrastrutture cloud nella regione.
Tengku Zafrul Abdul Aziz, ministro degli Investimenti, del Commercio e dell’Industria della Malesia, ha sottolineato che la strategia di Oracle conferma il ruolo di primo piano del Paese nel Sud Est asiatico per gli investimenti digitali.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.