La finanza comportamentale è al centro dell’edizione 2024 dell’Efpa Italia Meeting che si tiene il 3 e 4 ottobre a Firenze nella nuova location del Teatro del Maggio Musicale. Un tema di stretta attualità vista l’incertezza che caratterizza lo scenario internazionale e il sempre maggiore peso della tecnologia nella vita di tutti i giorni, elementi che possono indurre i risparmiatori a prendere scelte di investimento sbagliate. Con Nicola Ardente, Vicepresidente di Efpa Italia, da poche settimane alla guida della Fondazione, abbiamo cercato di capire perché questo tema è attuale.
Ardente, perchè è così importante la finanza comportamentale per i consulenti finanziari?
La finanza comportamentale è sempre stato uno dei capisaldi nell’attività dei consulenti e mai come ora può aiutare i risparmiatori a renderli meno dipendenti dalle proprie emozioni messe a dura prova dalla volatilità dei mercati e dai ritmi frenetici imposti dalla tecnologia. Per l’edizione di questo anno abbiamo preso spunto anche dalla recente scomparsa di Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002, proprio per i suoi studi in questa materia.
Il Meeting non vuole però essere una commemorazione dello studioso, e grazie anche al contributo del nostro Comitato Scientifico nel corso degli interventi sul palco cercheremo di approfondire le ultime novità su questo fronte. Per fare questo siamo partiti dall’acronimo coniato da Kahneman WYSIATI, che sta per “What You See Is All There Is” (quello che si vede è l’unica cosa che c’è, ndr) che ci ricorda la nostra abitudine a prendere decisioni solo sulla base delle informazioni a noi disponibili, facendoci condizionare, per esempio, dalle notizie negative di breve periodo. Quando si investe ci sono invece anche altri elementi da tenere in considerazione.
Pertanto, i consulenti devono affiancare i risparmiatori nel prendere decisioni consapevoli e filtrare i “rumori di fondo” che influenzano negativamente le scelte. Nel momento in cui il risparmiatore apprende questi concetti è più facile per il consulente mettere a punto una pianificazione di lungo periodo, magari con un peso più elevato della componente azionaria, in grado di remunerare maggiormente il capitale.
I consulenti sono sempre più vecchi, tra di loro c’è ancora voglia di formazione?
Non vedo un legame tra le due cose. Voglio ricordare che ogni anno in Italia aumenta il numero di professionisti della consulenza finanziaria che acquisiscono le nostre certificazioni su base volontaria e con l’obbligo di partecipare alla formazione di mantenimento annuale (sono oltre 11 mila, ndr). Questo dato indica che i professionisti sono consapevoli che nella vita non si finisce mai di imparare. Le competenze, soprattutto quelle nuove e aggiornate, servono per confrontarsi in modo proattivo con i vari attori del mercato: clienti, gestori e colleghi.
Oggi nell’attività del professionista conta più il rapporto umano o la tecnologia?
Sono entrambi aspetti molto importanti e il consulente deve rappresentarne l’elemento di sintesi. La tecnologia e il mondo digitale sono processi in grado di migliorare e semplificare l’attività dei professionisti e allo stesso tempo necessari per rimanere in contatto con i clienti. Da soli, però, non sono sufficienti per consolidare il rapporto fiduciario che invece rimane nelle mani di coloro che dimostrano di essere preparati e aggiornati, in grado di accompagnare i clienti nelle scelte di investimento più opportune anche in relazione all’andamento altalenante dei mercati.
Ci sono nuove certificazioni Efpa in arrivo?
I mercati sono sempre in evoluzione e richiedono nuove competenze. Di recente abbiamo semplificato i nostri percorsi rendendo modulare l’ottenimento della certificazione EFP grazie a qualifiche intermedie. In questo ultimo anno abbiamo anche avviato una nuova certificazione in ambito assicurativo, l’EIS – European Insurance Specialist, aperta sia ai cf che agli agenti assicurativi e a breve sarà lanciato anche il livello Expert della certificazione Esg. Vogliamo continuare a lavorare sulle certificazioni specialistiche per arricchire il mosaico di competenze tecniche, adattandole alle esigenze richieste dal mercato. Va in questa direzione la recente presentazione di altri 4 nuovi certificati specialistici, su Intelligenza Artificiale, Previdenza, Finanza Comportamentale, Investimenti alternativi.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre di Wall Street Italia (clicca qui per abbonarti).