Società

Mutui meno cari a settembre. E con la BCE pronta a tagliare, i tassi scenderanno ancora

Grazie alla politica espansiva della BCE, accendere un mutuo per l’acquisto della casa costa meno rispetto alla fine dello scorso anno. A settembre – stando alle indicazioni del rapporto mensile Abi (Associazione bancaria italiana) – il tasso di interesse medio sui nuovi mutui è sceso su base mensile al 3,33% dal 3,59% di agosto, in calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023. Di pari passo, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese ha segnato una flessione al 4,96% rispetto al 5,13% di agosto 2024 e al 5,45% di dicembre 2023.

Tassi mutui: verso nuovi cali

E il calo dei tassi di interesse di settembre dovrebbe proseguire nei prossimi mesi. La Bce, già questa settimana (giovedì 17 per la precisione) dovrebbe decidere per un ulteriore taglio dei tassi di interesse, dopo il doppio taglio di giugno e settembre. E continuare su questa strada nei prossimi mesi, grazie ai recenti dati sull’inflazione che mostrano un raffreddamento più veloce delle attese. In particolare, gli analisti si aspettano che, questa settimana, la BCE tagli il costo del denaro questa settimana di 25 punti base (ora il tasso di deposito è al 3,5%) e che replichi la stessa mossa ogni riunione (ogni mese e messo circa) fino a marzo. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg, gli economisti si attendono che si potrebbe arrivare a un tasso del 2,5% tra sei mesi, per poi toccare il target del 2% a dicembre del 2025.

In calo anche tassi dei prestiti in essere

Ma torniamo all’outlook ABI. Sempre nel mese di settembre, il tasso medio sul totale dei prestiti (ovvero quello che considera i finanziamenti già in essere) – secondo i calcoli dell’associazione – ha segnato una flessione al 4,69% dal 4,72% del mese precedente.

Nonostante il calo dei tassi di interesse, gli italiani fanno meno ricorso al credito. La colpa – spiega l’ABI – è del rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda: a settembre 2024, i prestiti a imprese e famiglie hanno segnato un rallentamento dell’1,2% rispetto a un anno prima, anche se meno accentuato rispetto al calo registrato ad agosto 2024 (-2,0%) quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,5% e quelli alle famiglie dello 0,6%.

La raccolta bancaria

Sul fronte della raccolta, il tasso sui nuovi depositi a durata prestabilita a settembre è stato del 3,32% contro il 3,30% di agosto (era allo 0,29% a giugno 2022). Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso è al 2,97% (3,2% in agosto), con un incremento di 166 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. Il tasso medio sul totale dei depositi è dello 0,99% dall’1% di agosto, mentre quello sui soli depositi in conto corrente è allo 0,52% (dallo 0,54%).

Positivo l’andamento della raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche. Nel mese di settembre – spiega l’ABI – presenta un incremento di circa 184 miliardi tra agosto 2023 e agosto 2024 (94,5 miliardi famiglie, 15,9 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

Lo scorso mese la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 10,6% (+12,2% nel mese precedente). I soli depositi, nelle varie forme, a settembre 2024 hanno segnato un aumento dello 0,3% su base annua (+2,0% il mese precedente).
Complessivamente, la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a settembre 2024 è risultata in aumento dell’1,5% su base annua, in linea con la dinamica positiva registrata da inizio anno (+3,2% ad agosto 2024).