Economia

Italia supera l’esame di S&P e Fitch. Debito e invecchiamento, le sfide più grandi

A pochi giorni dal varo della manovra di bilancio, l’Italia supera indenne l’esame delle agenzia di rating. Venerdì scorso, Fitch ha confermato la tripla B, rivedendo al rialzo l’outlook  mentre S&P ha invece confermato sia il giudizio BBB sia le prospettive stabili grazie a di crescita anche se resta la sfida del debito.

Ma non è finita: il prossimo 25 ottobre l’Italia finirà sotto i riflettori di Dbrs. Mentre il 22 novembre toccherà a Moody’s che, al momento, è l’agenzia che mantiene il rating Baa3, e outlook stabile, il più basso tra i giudizi di “investment grade”, ovvero a un passo dai titoli considerati spazzatura.

S&P: disavanzo pubblico sotto il 3% del Pil entro 2027

Partiamo da S&P. Come anticipato che ha confermato i rating unsolicited “BBB/A-2” a lungo e breve termine sull’Italia con un outlook stabile. Secondo gli esperti, la  crescita del PIL reale sarà migliore rispetto al decennio precedente la pandemia, con una media di circa l’1% nel periodo 2024-2027 5 rispetto allo 0,2% del decennio precedente alla pandemia.

Tuttavia – spiegano –  l’Italia si trova ancora ad affrontare sfide economiche strutturali sostanziali che probabilmente riemergeranno quando lo stimolo derivante dall’incentivo fiscale del Superbonus per le ristrutturazioni residenziali e i fondi Next Generation EU (NGEU) si esauriranno.

S&P stima che il disavanzo pubblico italiano scenderà sotto il 3% del PIL entro il 2027 e che il saldo primario tornerà in attivo entro il 2025, segnalando un graduale miglioramento della traiettoria fiscale di fondo del Paese.

Tuttavia, l’agenzia di rating prevede un aumento del debito pubblico, principalmente a causa di ulteriori aggiustamenti stock-flow legati al Superbonus, evidenziando il persistere degli squilibri fiscali. Entro il 2028-2030, i deficit di cassa e di competenza dell’Italia dovrebbero convergere, con l’erosione dell’impatto del Superbonus.

“Al 135% del pil nel 2024 è fra i più alti” e si muove verso il 138% nel 2027. Questo è preoccupante perché limita la capacità del governo di effettuare investimenti a sostegno della crescita”, osserva l’agenzia di rating, spiegando che sull’aumento del debito pesano principalmente aggiustamenti legati al Superbonus.

Ricordiamo che nei primi sei mesi dell’anno, il debito pubblico italiano è cresciuto di 99 miliardi. Una cifra che porta a 2.948 miliardi l’ammontare totale a fine giugno. E che rischia di crescere ancora entro fine anno. Secondo le stime di Mazziero Research, l’ammontare totale stimato si posizionerà nella forchetta tra 2.937 e 2.970 miliardi.

Tornando a S&P, gli esperti osservano comunque un miglioramento della traiettoria fiscale: l’Italia, secondo le attese, dovrebbe raggiungere un saldo primario l’anno prossimo mentre il deficit è previsto scendere sotto il 3%, al 2,9%, nel 2027. S&P cita anche alcune sfide strutturali dell’Italia, e fra queste l’invecchiamento della popolazione.     

Fitch rivede al rialzo stime Pil

Fitch, dal canto suo, sostiene che la credibilità di bilancio dell’Italia è aumentata grazie “al recente rafforzamento dei risultati di bilancio e l’impegno a rispettare le regole di bilancio dell’Unione europea indicano una potenziale riduzione dei rischi di bilancio e di finanziamento a medio termine derivanti dai livelli eccezionalmente elevati del debito italiano. Questo è rafforzato dai segnali di una crescita potenziale più forte e da un contesto politico più stabile”.

Parlando di crescita, gli esperti dell’agenzia di rating mettono in conto un aumento del Pil 2024 pari allo 0,7% e dell’1,1% nel 2025.

“I maggiori investimenti, insieme a un aumento della partecipazione al lavoro, hanno migliorato il potenziale di crescita dell’Italia”, afferma l’agenzia di rating che stima un deficit al 3,7% nel 2024, in miglioramento rispetto al 4,7% di aprile, grazie al buon andamento delle entrate. “Il miglioramento della performance delle entrate è guidato da un mercato del lavoro più forte e dalla scadenza del Superbonus”, mette in evidenza Fitch, che non nasconde che le obbligazioni italiane abbiano inoltre beneficiato anche del taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.