Le azioni nipponiche sono state molto volatili negli ultimi tre mesi. Inizialmente, ciò è stato sospinto dalle divergenti politiche monetarie tra USA e Giappone, il che ha determinato una rapida venuta meno dei “carry trade” in yen giapponesi (in cui gli investitori assumono prestiti in yen e investono in attività estere ad alto rendimento) e un forte apprezzamento valutario. Oltre a questo, l’incertezza sulla politica interna è stata il driver della volatilità sui mercati azionari, che è culminata nelle elezioni generali anticipate indette per il 27 ottobre. Tuttavia, nonostante queste sfide a breve termine, le ragioni strategiche a lungo termine per investire in azioni giapponesi rimangono invariate.
Elezioni e oscillazioni nel mercato
Inizialmente i mercati erano rimasti turbati dall’inaspettata vittoria del politico di lungo corso Shigeru Ishiba al ballottaggio con Sanae Takaichi per ricoprire il ruolo di futuro leader del Partito Liberal-Democratico (LDP) al governo e prossimo primo ministro del Giappone.
Questa può essere considerata un’inversione del cosiddetto ‘Takaichi Trade’, quando abbiamo assistito a un indebolimento dello yen e a un aumento dei prezzi delle azioni nell’ultima settimana di settembre, in previsione della sua proposta di una politica fiscale espansiva e dell’impegno a continuare l’allentamento monetario. Queste politiche erano molto in linea con l”Abenomics’ dell’ex leader del LDP, il primo ministro Shinzo Abe, che era stata gradualmente modificata dal precedente Primo Ministro e leader del LDP Fumio Kishida. Di contro, Ishiba, noto per la sua ricostruzione fiscale e per aver preso in considerazione un aumento dell’imposta sui capital gain finanziari, è stato giudicato con una certa cautela dai mercati.
Gli andamenti storici hanno dimostrato che posizionare i portafogli in base a chi si pensa vincerà le elezioni è quasi sempre una strategia perdente, ed è sempre importante diversificare il rischio.
Ciò non significa che ignoriamo i potenziali rischi politici, ma riteniamo che sia più importante rimanere concentrati sulle prospettive dell’economia, sulla direzione dei tassi di interesse, sulle previsioni di crescita degli utili e sull’attrattiva relativa delle valutazioni.
A questo proposito, i fondamentali delle aziende giapponesi e dell’economia nazionale sono solidi e gli utili delle società rimangono forti. Gli utili aziendali e i dati macroeconomici hanno mostrato solidi progressi in Giappone per tutto il terzo trimestre.
Gli utili trimestrali aggregati da aprile a giugno hanno superato le aspettative. L’indebolimento dello yen ha sostenuto questa performance, mentre i settori focalizzati a livello nazionale hanno anche dimostrato una solida ripresa.
Ad agosto, la crescita dei salari reali, tenendo conto dell’inflazione, è passata in territorio positivo per la prima volta in 27 mesi e la sua dinamica positiva è proseguita a settembre.
Le politiche di Ishiba
Ishiba ha commentato che intende ereditare le politiche economiche di Kishida come linea guida per la sua amministrazione. Il suo nuovo gabinetto sembra avere una solida formazione e si prevede che continuerà a promuovere aumenti salariali per stimolare la domanda interna. Nel frattempo, una posizione di supporto per la normalizzazione della politica monetaria della Bank of Japan (BoJ) potrebbe aiutare a rassicurare gli investitori a lungo termine.
Per quanto riguarda la sua intenzione di aumentare l’imposta sui capital gain finanziari, è improbabile che ciò rallenti gravemente il flusso di risparmi verso gli investimenti, sostenuto dal rinnovato piano d’investimento esentasse NISA (Nippon Individual Savings Account) per le persone fisiche.
Inoltre, si prevede che proseguiranno gli sforzi positivi per un piano politico volto a promuovere il Giappone come centro leader nella gestione patrimoniale, nonché le riforme in corso della governance aziendale, su cui si era concentrata l’amministrazione Kishida.
Le prospettive nel lungo termine
Gli aspetti che investitori a lungo termine dovrebbero tenere e mente sono i fondamentali aziendali solidi, gli standard di governance migliorati e la domanda crescente da parte di investitori nazionali e stranieri.
Molte società orientate internamente stanno dimostrando una forte domanda e segnali di ripresa del potere di determinazione dei prezzi (la capacità di aumentare i prezzi in risposta all’inflazione) per la prima volta in decenni. Dopo anni di radicata deflazione, l’importanza di tutto questo non dovrebbe essere sottovalutata.
Unitamente al miglioramento del potere d’acquisto dei consumatori grazie agli aumenti salariali, tutto questo dovrebbe determinare livelli sani di crescita degli utili aziendali.
Alcuni di questi profitti più elevati potranno poi essere reinvestiti nell’economia attraverso ulteriori aumenti salariali, innescando un ciclo positivo caratterizzato da un più ampio progresso economico, che è stato in gran parte assente in Giappone per una generazione.
Nel frattempo, grazie agli sforzi in corso della Borsa di Tokyo, sono proseguite le riforme della governance aziendale. Mentre la recente volatilità mette in evidenza l’incertezza sulle direzioni politiche della nuova amministrazione Ishiba, queste riforme stanno attualmente determinando un crescente interesse da parte della comunità globale degli investitori, dopo un lungo periodo di apatia all’estero nei confronti delle azioni giapponesi.
Inoltre, si è registrato anche un aumento del livello di partecipazione nel comparto retail giapponese sul mercato azionario a seguito del programma NISA. Quest’ultimo è giunto in un momento ideale, proprio quando gli investitori retail hanno iniziato a riconoscere uno spostamento verso un contesto più inflazionistico in Giappone, e quindi la necessità di far confluire denaro dai loro depositi bancari, indirizzandolo verso investimenti sul mercato azionario.
In particolare, i riacquisti azionari hanno continuato a registrare un incremento, a fronte della crescita del mercato, e ci aspettiamo che ciò continui man mano che più aziende saranno costrette a migliorare i propri rendimenti e ad affrontare la persistente sottovalutazione.