di Michael DePalma portfolio manager del team US Investment Grade strategies di Nordea AM

Elezioni Usa, i possibili effetti sul mercato obbligazionari

L’esito delle elezioni potrebbe avere diverse implicazioni per i portafogli a reddito fisso, soprattutto considerando le divergenti politiche fiscali e commerciali dei due candidati. L’approccio della Harris, sebbene con poche probabilità di concretizzazione con un Senato repubblicano, potrebbe comunque guidare misure fiscali mirate che offrirebbero un moderato supporto alla spesa delle famiglie e a vantaggio dei mercati del credito legati alla spesa dei consumatori, come i settori correlati al commercio al dettaglio e all’edilizia abitativa. Se le sue iniziative fiscali più ampie dovessero essere bloccate, l’impatto netto sui deficit e sui mercati obbligazionari potrebbe essere limitato, mantenendo i rendimenti e gli spread dei Treasury relativamente limitati.

Una vittoria di Trump invece significherebbe politiche fiscali più aggressive, in particolare attraverso tagli fiscali per aziende e famiglie, che potrebbero inizialmente stimolare la crescita e sostenere i mercati del credito aziendale, specialmente in settori come energia, telecomunicazioni e banche. Tuttavia, le tariffe e restrizioni commerciali proposte potrebbero aumentare i costi per produttori e consumatori, determinando pressioni inflazionistiche che peserebbero sui rendimenti obbligazionari a lungo termine. Una maggiore espansione fiscale sotto Trump potrebbe anche ampliare i deficit, il che potrebbe portare a una curva dei rendimenti più ripida e potenzialmente tassi di interesse più elevati. In questo contesto, il segmento dell’HY, come obbligazioni e alcuni settori ciclici, potrebbero diventare più attraenti grazie al rendimento più elevato, che compenserebbe un ampliamento dello spread. Sebbene questo possa impattare negativamente i prezzi delle obbligazioni, rendimenti maggiori possono attutire queste perdite.

Inoltre le obbligazioni HY generalmente hanno scadenze più brevi, rendendole meno sensibili all’aumento dei tassi di interesse. Inoltre, settori come l’energia e l’industria potrebbero beneficiare di politiche fiscali pro-crescita, che potrebbero migliorare la loro affidabilità creditizia nel tempo, giustificando ulteriormente l’esposizione a questi settori nonostante la volatilità a breve termine.   In entrambi i casi, il posizionamento a livello di settore sarà fondamentale. Con Harris, i settori legati alla spesa pubblica, come sanità e servizi di pubblica utilità, potrebbero vedere performance più stabili. Con Trump, i settori ciclici come l’industria e l’energia potrebbero trarre vantaggio dalla deregolamentazione e dai tagli fiscali, sebbene i rischi di credito potrebbero aumentare nei settori esposti a tariffe più elevate e a una crescita globale più lenta.