di Julian Abdey Gestore di portafoglio azionario di Capital Group

Dove investire quando i tassi di interesse scendono

Il calo dei tassi di interesse comporta sfide e opportunità. La crescita economica potrebbe continuare o addirittura accelerare il passo? Oppure una crisi potrebbe far deragliare l’economia? Gli investitori si sono posti domande di questo tipo quando la Federal Reserve ha alzato i tassi. Nonostante le ondate di volatilità, la solidità dei consumi e megatrend come l’intelligenza artificiale hanno spinto i mercati azionari a toccare nuovi massimi. L’indice S&P 500 ha guadagnato il 36,35% nell’anno conclusosi il 30 settembre.
Le obbligazioni, nel frattempo, hanno riaffermato la loro funzione di strumenti di diversificazione e generazione del reddito, con l’indice Bloomberg US Aggregate Bond in rialzo dell’11,57% nello stesso periodo. Cosa abbiamo imparato? Che non bisogna lasciare che l’incertezza ostacoli i propri obiettivi di investimento a lungo termine.

I titoli di small cap e mid cap potrebbero riuscire a tornare in auge

Le società con una capitalizzazione di mercato pari o inferiore a 20 miliardi di dollari – le cosiddette small cap e mid cap – potrebbero beneficiare del calo dei costi di finanziamento, soprattutto nel caso in cui l’economia resti in buone condizioni. Il calo dei tassi di interesse tende a favorire alcune small cap e mid cap, come quelle del settore biotecnologico, e riteniamo che potremmo assistere a un ampliamento della gamma dei titoli tecnologici. In questo momento le valutazioni di small cap e mid cap risultano interessanti, anche se gli investitori devono essere selettivi. Tra small cap e mid cap, ci sono anche alcune società che sono parte integrante del boom dell’IA, in particolare nel settore industriale, grazie all’enorme fabbisogno di energia dei data center necessaria ad alimentare l’IA. I tassi di interesse inferiori potrebbero incoraggiare un maggior numero di società a quotarsi in borsa, data la minore concorrenza per il denaro degli investitori. Il mercato delle IPO è migliorato in maniera costante quest’anno e ci aspettiamo per il 2025 nuove offerte da parte di un numero maggiore di società a piccola e media capitalizzazione.

Il calo dei tassi potrebbe favorire le società che distribuiscono dividendi

Gli investitori alla ricerca di un portafoglio più difensivo possono prendere in considerazione i titoli che distribuiscono dividendi. Anche se di recente gli investitori hanno prestato meno attenzione ai dividendi dato il forte rialzo dei titoli azionari, storicamente i dividendi hanno sempre contribuito in modo significativo ai rendimenti del mercato azionario. Tra le caratteristiche delle società con titoli che distribuiscono dividendi a lungo termine figurano un flusso di cassa sostenuto e l’importanza attribuita all’allocazione del capitale. I tagli ai tassi della Fed potrebbero provocare un boom immobiliare? Sebbene i tassi sui mutui ipotecari siano scesi dal picco a circa il 6%, è improbabile che gli Stati Uniti tornino al livello pre-pandemia, ossia sotto il 3%. Non prevediamo un altro importante ciclo immobiliare per diverso tempo, dato che la maggior parte degli americani ha mutui con tassi nettamente inferiori al livello attuale. In questo contesto, i proprietari di immobili residenziali sono incentivati a riparare o ristrutturare la propria abitazione piuttosto che trasferirsi. L’aumento dei tassi sui mutui ipotecari ha rallentato l’attività immobiliare dopo il COVID e molte società incluse nella relativa catena di fornitura hanno subito un indebolimento delle vendite. Quando inizieremo a ravvisare una crescita da questa base ridotta, alcune di queste società potrebbero guadagnare terreno.

Lunga vita al portafoglio 60/40

Che rappresenti una fase di quiete prima della tempesta o un rasserenamento all’orizzonte, il ciclo di riduzione dei tassi della Fed rappresenta una buona occasione per allineare i portafogli agli obiettivi di lungo termine degli investitori. Il classico portafoglio composto per il 60% da azioni e il 40% da obbligazioni ha messo a segno un rimbalzo dopo un 2022 difficile, in cui sia le azioni sia le obbligazioni sono scese a causa dei rialzi dei tassi per contrastare l’inflazione. Anche se un’allocazione bilanciata può avvicinarsi al 65/35, qualunque mix deciso dagli investitori dovrebbe realizzare ottimi rendimenti riducendo al minimo i rischi.