Quale sarà l’impatto sull’economia e sui mercati finanziari del neo presidente Donald Trump? Secondo l’ufficio studi di Fida il secondo mandato di Donald Trump rappresenterà la continuità di politiche pro-business già adottate dal tycoon newyorkese nel suo primo mandato, caratterizzate da un approccio pragmatico volto a sostenere il settore privato, riducendo la regolamentazione e l’imposizione fiscale anche ai privati cittadini.
Come noto Donald Trump (a quanto ammonta il suo patrimonio) si è sempre impegnato a mantenere gli Stati Uniti competitivi su scala globale, promuovendo settori fondamentali in cui gli States sono leader come quello dell’energia, la difesa e la finanza. Ma anche il dollaro e le criptovalute come il Bitcoin.
Trump: petrolio ed energia
Il presidente Donald Trump ha sempre promosso la politica di indipendenza energetica degli Stati Uniti, favorendo le energie fossili come il petrolio (di cui è il principale produttore mondiale), il gas naturale e il carbone.
Gli analisti di Fida evidenziamo che Trump ha sostenuto e potrà ancora favorire il settore con permessi accelerati per le trivellazioni, progetti di nuovi oleodotti e infrastrutture energetiche e incentivi per i combustibili fossili.
“Con Donald Trump presidente vedrei bene l’energia tradizionale e quindi Eni, in quanto è sempre stato favorevole all’energia tradizionale e meno attento a tematiche come il riscaldamento globale e la cura dell’ambiente. Un altro titolo che potrebbe beneficiare della sua elezione è Stellantis; nonostante Trump sia grande amico di Elon Musk, il campione dell’auto elettrica con Tesla, non si pone troppi problemi circa la permanenza a lungo termine di auto a motore termico, chiarisce Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente.
Secondo Fida gli investitori potrebbero optare anche per fondi, ETF e azioni legate a energia, in particolare a società Usa come ExxonMobil, Chevron e ConocoPhillips, e a fornitori di infrastrutture energetiche. Tuttavia, il rischio di un calo della domanda globale e le pressioni ambientaliste potrebbero rappresentare sfide per il settore sul lungo termine.
Trump: difesa e sicurezza nazionale
La politica di “America First” è destinata ad aumentare la spesa militare non solo negli Stati Uniti.
“Con Trump la pressione sull’Europa per sostenere autonomamente la propria difesa è destinata a crescere drasticamente, e ciò potrebbe spingere i Paesi europei della Nato ad aumentare rapidamente le loro spese per raggiungere il famoso obiettivo del 2% del Pil destinato alla difesa. Per le aziende italiane del settore difesa, questo scenario potrebbe tradursi in un impatto positivo sui titoli come Leonardo, grazie alla maggiore spesa europea nel settore difesa” chiarisce Annacarla Dellepiane, head of sales Italy di HANetf.
Favorite per Fida anche i colossi della difesa Usa come Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon e General Dynamics. Anche i fondi tematici di cyber sicurezza e tecnologici legati alla difesa potrebbero avere un impatto positivo dal voto Usa.
Trump: banche e finanza
Donald Trump ha favorito la deregolamentazione del settore bancario permettendo alle grandi banche di Wall Street di ridurre i vincoli e aumentare la redditività. In particolare il neo presidente potrebbe introdurre nuovi provvedimenti volti alla riduzione delle norme di capitale e liquidità: le banche potrebbero operare con maggiore libertà, aumentando il credito e le operazioni speculative.
Inoltre anche l’attesa riduzione delle imposte sul reddito aziendale rafforza il settore finanziario, consentendo agli istituti di credito di trattenere più utili. Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, favoriti in questo senso i colossi finanziari di Wall Street come JPMorgan, Bank of America e Goldman Sachs.
Trump e le criptovalute
Secondo un recente rapporto di Bernstein, l’esito delle elezioni negli Stati Uniti potrebbe avere un impatto significativo sul prezzo del Bitcoin.
Gli analisti, guidati da Gautam Chhugani, prevedono che il prezzo del Bitcoin potrebbe aumentare fino a raggiungere tra 80.000 e 90.000 dollari entro la fine del 2024, grazie al crescente sostegno di Trump per il settore delle criptovalute e le sue promesse di rendere gli Stati Uniti la “capitale mondiale delle criptovalute”.