Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione industriale e il suo strumento chiave sarà l’intelligenza artificiale. È ormai quasi una certezza, condivisa dagli esperti e innovazione, che questa tecnologia abbia un potenziale sconfinato, in grado di essere un booster senza precedenti per tutti i settori dell’economia: dai più tradizionali a quelli più innovativi.
Goldman Sachs stima un impatto positivo dell’intelligenza artificiale sul Pil mondiale al 7% entro il 2033. Le dimensioni sono quelle di un fenomeno che le grandi aziende non possono sottovalutare e in prima fila ci sono il settore finanziario, quello bancario. E in particolare il private banking.
Banca Generali e l’intelligenza artificiale.
In Italia, tra i player che si muovono con decisione in questa direzione c’è Banca Generali, come spiega il chief operation officer & innovation Riccardo Renna. Ad esempio, la banca del Leone ha avviato un programma di sperimentazione sull’utilizzo di questa tecnologia nell’analisi documentale, collaborando con una delle maggiori realtà tech, disegnando un percorso che “parte dall’assistenza alla rete e alla clientela, per migliorare e uniformare la qualità delle risposte, e abbia come obiettivo finale quello di mettere a disposizione dei banker strumenti innovativi.
Grazie alla capacità dell’intelligenza artificiale di lavorare sui dati ed effettuare analisi con una velocità e una precisione senza paragoni, in futuro potremo mettere a disposizione dei consulenti strumenti per fornire una panoramica completa della situazione del cliente, per comprendere al meglio le sue esigenze e offrire un servizio sempre più su misura”, spiega Renna.
Un approccio data driven che la private bank del Leone, forte di quasi 100 miliardi di masse in gestione e circa 2.300 consulenti finanziari, persegue ormai da molti anni su iniziativa dell’a.d. Gian Maria Mossa e che si fonda sul grande lavoro fatto in primis sulle persone, protagoniste nel guidare l’innovazione.
Come favorire la cultura dell’AI.
“La cultura della competitività e dell’innovazione è un paradigma fondamentale e indispensabile nel nostro settore e non solo. Questo è il motivo per cui abbiamo creato percorsi dedicati a disposizione delle persone della banca, che mettono a disposizione contenuti e strumenti diretti a favorire la crescita delle competenze e la progressiva integrazione nel proprio lavoro dei modelli più efficienti” spiega Valentina Frezza, responsabile della direzione Hr di Banca Generali.
L’intelligenza artificiale generativa, secondo i dati del Deloitte Global Gen Z e Millenial Survey 2024, è utilizzata sul lavoro solo dal 16% della Gen Z e dall’11% dei Millennial, mentre meno della metà degli intervistati pensa che il proprio datore di lavoro li stia formando adeguatamente.
“Per una realtà come la nostra, parte del Gruppo Generali, mettere al centro il capitale umano è essenziale. Per questo l’opportunità fornita dall’innovazione deve partire dalle persone, sfruttando trend di sviluppo come l’AI come acceleratore del cambiamento” prosegue Frezza.
Favorire l’immersione e la crescita nella nuova cultura dell’AI è lo scopo di una serie di iniziative ad hoc lanciate da Banca Generali: forum dedicati con esperti del settore con al centro le best-practice digitali e il confronto sui confini e le applicazioni più efficienti dell’AI. Inoltre, sono state individuate figure chiave con il compito di testare le dinamiche della tecnologia, non limitate al team del Chief innovation office, ma che coinvolgono la creazione di veri e propri ambassador capaci di portare a momenti di confronto a più ampio raggio, come in occasione di hackathon specifici, dove esporre nuove idee e proposte.
“Crescita e cambiamento non passano solo dalla tecnologia, ma dal suo incontro con il talento delle persone e per questo vogliamo creare le migliori condizioni per mettere in dialogo le sensibilità delle persone sulle potenzialità del digitale e dell’AI. L’impegno degli ambassador accelera la spinta in questa direzione e valorizza i talenti, favorendo lo sviluppo sostenibile della banca nel lungo periodo”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.