Economia

Moody’s conferma rating e outlook sull’Italia, ma stima Pil in frenata e debito in aumento

Doppia conferma da Moody’s sull’Italia che, chiude l’ultimo ciclo di revisioni sul rating iniziato a metà ottobre con le valutazioni di Fitch, S&P e Dbrs, reiterando il rating ‘Baa3’ con outlook stabile. Allo stesso tempo tempo, l’agenzia di rating ha messo l’accento sul rallentamento della crescita e il contemporaneo aumento del debito pubblico.

Le stime di Moody’s

Entrando nel dettaglio delle previsioni, Moody’ si aspetta che il Pil italiano, complice il rallentamento dell’economia tedesca, chiuderà a +0,9% il 2025 per poi salire leggermente a +1% nel 2026.

In calo, invece, il deficit fiscale che scenderà al 4,6% del Pil nel 2024, rispetto al 7,2% del 2023. Tuttavia, nonostante questa riduzione sia un segnale positivo, non sarà sufficiente a invertire la tendenza crescente del debito pubblico. Infatti, l’agenzia prevede che il debito salirà al 139,7% del Pil nel 2024 e continuerà a crescere fino a superare il 143% entro il 2027. Questa situazione è aggravata dagli effetti del Superbonus e da un contesto di tassi di interesse elevati che richiederanno aggiustamenti fiscali significativi per stabilizzare il debito.

“I costi medi del debito stanno aumentando solo gradualmente, e prevediamo che i pagamenti degli interessi saliranno all’8% delle entrate nel 2024 e all’8,2% nel 2025, in leggero aumento rispetto al 7,9% del 2023”, si legge nella nota.

PNRR: Italia indietro

Un altro aspetto critico evidenziato da Moody’s riguarda l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). L’agenzia ha descritto L’analisi dell’agenzia mostra come se da una parte i fondi del Pnrr continuano a sostenere le prospettive dell’Italia dall’altra i risultati ottenuti finora come “contrastanti”, sottolineando che sebbene l’Italia sia stata la prima nazione dell’Unione Europea a richiedere le ultime tranche di finanziamento, la spesa effettiva dei fondi disponibili è stata inferiore alle attese. Moody’s ha avvertito che sarà “impegnativo” per l’Italia spendere tutte le risorse disponibili entro la fine del 2026.

La decisione di non modificare il rating riflette una prudenza storica dell’agenzia nei confronti dell’Italia, considerata tra le più severe nel panorama delle agenzie di rating.Il giudizio di Moody’s è significativo non solo per le sue implicazioni dirette sulla percezione della stabilità economica italiana ma anche per le sue ripercussioni sui mercati finanziari e sugli investimenti esteri. Un rating Baa3 con outlook stabile colloca l’Italia al limite inferiore della categoria “investment grade”, avvicinandola ai titoli considerati “spazzatura”.

Giorgetti avverte: “fase complessa”

Che la situazione economia in cui viaggia l’Italia non lascia ben sperare lo conferma anche il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti. 

“La fase è complessa. Siamo nel pieno della sessione bilancio, con una manovra complicata quest’anno dai vincoli delle nuove regole Ue. Mentre fuori incombono le “incertezze” dello scenario internazionale” ha spiegato Giorgetti, aggiungendo che, alla luce di questa complessità, la legge di bilancio che chiede “sacrifici”.

Ma per crescere e tenere i conti in ordine “serve il contributo di tutti”, ha detto il ministro, che rivendica anche i successi dell’approccio prudente del governo: lo spread si è dimezzato e due agenzie di rating hanno rivisto al rialzo l’outlook.

Cresce intanto l’attesa per il vertice di oggi, lunedì 25 novembre, tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, chiamato a sciogliere anche diversi nodi sulla manovra. A partire dal canone Rai, che tiene in stallo il decreto fisco in Senato .

Il giudizio delle altre agenzie

Ricordiamo, che l’Italia ha superato l’esame sia S&P sia Fitch: entrambe le agenzie di rating hanno confermato il rating BBB, con la seconda che ha alzato l’outlook da stabile a positivo, parlando di “piano fiscale credibile” e di una “situazione politica stabile”. Con una scelta gemella anche l’agenzia di rating canadese DBRS ha rivisto al rialzo l’outlook a positivo mantenendo il BBB, ovvero lo scalino precedente alla «A» che etichetta gli emittenti più sicuri.