Economia

Europa trema di fronte a minaccia dazi Trump, ma c’è davvero da preoccuparsi?

Almeno per ora, l’Europa è rimasta fuori dalle minacce di nuove tariffe da parte di Donald Trump. Che, non ancora insediatosi alla Casa Bianca, ha già fatto capire che una delle sue prime azioni riguarderà l’applicazione di dazi a Cina, Messico e Canada.

I rischi per l’Europa

La decisione di lasciare fuori il Vecchio Contenente non ha tuttavia tranquillizzato i mercato internazionali, che comunque si aspettano in un futuro non tanto lontano una decisione analoga. In pratica, è solo questione di tempo. Per questa ragione, ieri le Borse europee hanno chiuso in rosso, e sempre sotto la parità si mostrano nella prima parte della seduta odierna. Nelle ultime 24 ore le vendite hanno riguardato soprattutto su automotive e componenti.

“Questo non sorprende, dato che l’Unione Europea è uno dei principali attori del commercio globale, rappresentando circa il 17% delle esportazioni e il 15% delle importazioni mondiali. Nel 2023, gli Stati Uniti sono stati il principale partner commerciale per le esportazioni dell’UE (19,7% del totale) e il secondo per le importazioni (13,7%)” ha spiegato in una nota Gabriel Debach, market analyst di eToro, aggiungendo che le principali esportazioni europee verso gli Stati Uniti includono macchinari, veicoli, prodotti chimici e alimentari, mentre il blocco rimane un importatore netto di energia e materie prime.

Tra gennaio 2022 e dicembre 2023, le esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti sono aumentate da 39,6 miliardi di euro a 43,3 miliardi di euro, mentre le importazioni sono cresciute da 24,2 miliardi di euro a 31,1 miliardi di euro. Il saldo commerciale, passato da +15,4 miliardi di euro a gennaio 2022 a +12,2 miliardi di euro a dicembre 2023, evidenzia l’importanza di questo rapporto transatlantico.

Ma la situazione è davvero così critica? Secondo Debach, la preoccupazione intorno all’impatto dei dazi  potrebbe essere esagerata. Questo perché, secondo l’esperto, osservando i dati storici – quelli tra il 2016 e il 2023 –  il commercio tra UE e Stati Uniti ha mostrato una tendenza al rialzo, nonostante l’imposizione di dazi e le tensioni commerciali durante l’amministrazione Trump (2017-2020).

“I dazi hanno avuto impatti su alcuni settori specifici, ma il commercio complessivo non è stato drasticamente penalizzato come molti temevano. La domanda, quindi, è legittima: eventuali nuove tariffe americane rappresentano una minaccia così significativa? Certamente, l’economia europea appare oggi più fragile rispetto agli anni passati, con una crescita debole e una dipendenza strutturale da settori chiave come macchinari, veicoli e prodotti chimici. Tuttavia, con un’Unione Europea che continua a essere un attore fondamentale nel commercio globale e un rapporto transatlantico centrale per entrambe le economie, la risposta dipenderà non solo dalle misure concrete che saranno adottate, ma anche dalla capacità delle aziende europee di adattarsi a uno scenario internazionale sempre più competitivo e incerto”.

Il rischio per “la Detroit d’Europa”

E se c’è un paese che in Europa potrebbe affondare sotto il peso dei dazi Usa, quello è soprattutto la Slovacchia, denominato la Detroit d’Europa per via della robusta produzione automobilistica. Per citare i numeri di Assocamerestero riferiti al 2023, il Paese, che conta appena 5,5 milioni di abitanti, è i tra i venti maggiori produttori di auto al mondo. L’industria automobilistica rappresenta il 50% della quota della produzione industriale totale slovacca, il 13% del PIL complessivo del Paese ed il 42% delle esportazioni totali del paese.

Le minacce di Trump rappresentano dunque “un grosso problema per la Slovacchia.’Europa”, ha dichiarato alla CNBC Vladimir Vaňo, capo economista di Globsec, un think tank con sede nella capitale slovacca Bratislava.

“Nel 1990, dopo la caduta della cortina di ferro, la Slovacchia produceva esattamente zero automobili. Ma era molto forte in quella che nella nostra lingua locale chiamiamo produzione speciale, che è solo un modo carino per dire produzione di armi, veicoli blindati, carri armati e quant’altro”, ha detto Vaňo, spiegando che la tedesca Volkswagen è stata la prima casa automobilistica a individuare il potenziale della Slovacchia in termini di ingegneria e produzione.

Oggi nel Paese, ci sono impianti produttivi dei maggiori produttori, tra cui Stellantis, KIA, Jaguar e Land Rover, Volvo per citarne alcune.