Dal prossimo anno il possesso di BoT, CTz, BTp, CcT, buoni postali fruttiferi, libretti di risparmio postale, entro la soglia dei 50mila euro non sarà conteggiato ai fini dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, il documento necessario per avere una serie di bonus e agevolazioni da parte dello Stato.
E’ in arrivo infatti il DPCM che modifica il regolamento Isee, come previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno che ha introdotto la novità.
BTP esclusi dall’Isee: la novità dal 2025
Il comma 183, articolo 1, della legge di Bilancio 2024 ha previsto difatti l’esclusione dal calcolo dell’Isee, fino a un valore complessivo di 50mila euro, dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. Sono inclusi i prodotti di raccolta del risparmio destinati al pubblico retail, con esclusione di quelli destinati a investitori istituzionali e di quelli indiretti tramite fondi non posseduti direttamente.
A partire dal 2025, quindi i titoli di Stato e altri strumenti finanziari garantiti, come i libretti postali, fino a un valore di 50.000 euro, saranno esclusi dal calcolo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
I vantaggi per le famiglie
Tale modifica avrà un impatto positivo per molte famiglie italiane, in quanto permetterà una riduzione dell’ISEE complessivo, con conseguenti maggiori possibilità di accesso a prestazioni sociali agevolate. Ad esempio, una famiglia con un reddito di 20.000 euro, un patrimonio immobiliare di 100.000 euro e 50.000 euro in titoli di Stato vedrà il proprio ISEE calare da 125.000 euro a 75.000 euro, ampliando così l’accesso a benefici economici.
Oltre a sostenere le famiglie, questa misura favorisce il collocamento dei titoli di Stato, incentivando i risparmiatori ad investire in strumenti finanziari garantiti. L’obiettivo, quindi, è anche rafforzare la fiducia dei cittadini nei confronti del debito pubblico. Ma, rovescio della medaglia, la modifica, sebbene vantaggiosa per i cittadini, comporterà un incremento della spesa pubblica per prestazioni legate all’ISEE, poiché più famiglie avranno accesso ai benefici basati su soglie reddituali inferiori.
Che cosa è l’Isee e a cosa serve
L’ISEE è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata. L’accesso a queste prestazioni, infatti, come ai servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate (telefono fisso, luce, gas, ecc.) è legato al possesso di determinati requisiti soggettivi e alla situazione economica della famiglia.
Perché investire sui titoli di Stato
I titoli di Stato sono titoli obbligazionari, a medio-lungo termine, emessi dallo Stato italiano e rimborsabili in un’unica scadenza. I Titoli di Stato, che possono essere sottoscritti sia dagli investitori privati sia dagli istituzionali sono:
- Buoni Ordinari del Tesoro (Bot)
- Certificati di Credito del Tesoro (Ccteu)
- Buoni del Tesoro Poliennali (Btp)
- Buoni del Tesoro Poliennali Green (BTP Green)
- Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea (Btp€i)
- Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione italiana (Btp Italia)
- Buoni del Tesoro Poliennali step-up riservati agli investitori retail (BTP Futura)
- Buoni del Tesoro Poliennali riservati agli investitori retail (BTP Valore).
IBTP sono titoli a medio-lungo termine, a reddito fisso, particolarmente adatti per quegli investitori che richiedono pagamenti costanti ogni sei mesi. Inoltre presentano un profilo di rischio medio/basso, essendo emessi da uno stato sovrano, se l’intenzione è mantenerli fino alla scadenza.
Tuttavia investire in Btp significa anche assumersi una serie di rischi. Il primo è il rischio di credito, ossia la probabilità che il Tesoro non paghi le cedole o il rimborso del capitale.