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Consulenti finanziari: l’intelligenza artificiale può essere un assistente digitale

Dalla semplificazione della pianificazione commerciale analizzando i dati provenienti da più fonti per consigliare interazioni ottimali con i clienti al miglioramento delle piattaforme di consulenza esistenti riassumendo dati complessi in narrazioni personalizzate. Sono queste alcune delle diverse applicazioni pratiche della Generative AI che potrebbero fornire un valido supporto operativo ai consulenti finanziari nel rapporto con i clienti.

Così emerge da una survey condotta da  e*finance Consulting Reply, che ha intervistato i consulenti finanziari di diverse fasce d’età e livelli di esperienza in posizioni manageriali e non manageriali, con diverse basi di clienti che rappresentavano reti di consulenza e banche commerciali, al fine di comprendere il loro livello di adozione e le loro prospettive sulla Generative AI. La survey si è concentrata sul mercato italiano, dove il settore del wealth management è uno dei più complessi in Europa in termini di modelli di distribuzione e gamma di prodotti.

Nel dettaglio i consulenti hanno condiviso le loro opinioni sull’uso dell’AI in futuro, discutendo delle attività in cui l’intelligenza artificiale potrebbe aggiungere valore e di quelle che ritengono dovrebbero rimanere sotto l’intelligenza umana, mirando così a far luce su come l’AI potrebbe trasformare i processi di consulenza, aumentare l’efficienza e migliorare le interazioni complessive con i clienti, misurando così la disponibilità e l’apertura dei consulenti finanziari verso l’adozione dell’AI nelle loro attività professionali.

Come la Generative AI semplifica la vita dei consulenti

Secondo la survey, la maggior parte dei consulenti finanziari conosce la Generative AI, e un numero significativo la utilizza per la produttività personale, in particolare i consulenti finanziari più giovani. Il 92% degli intervistati ritiene che la Generative AI avrà un ruolo nella loro professione a medio termine.

La Generative AI, dicono i consulenti intervistati, potrebbe ottimizzare gli strumenti esistenti, rendendoli più intuitivi comunicando nel linguaggio del consulente finanziario. Le attività chiave che potrebbero trarne vantaggio includono la preparazione delle riunioni, l’ottimizzazione della pianificazione giornaliera, il riepilogo, la traduzione e la creazione di contenuti didattici a partire dagli aggiornamenti economici e finanziari, nonché l’automazione degli aggiornamenti relativi ai documenti dei clienti, il monitoraggio dei ticket di assistenza e la gestione delle richieste di routine dei clienti.

La Generative AI è vista soprattutto come un «assistente digitale», che supporta le attività operative e consente ai consulenti di concentrarsi sulla costruzione di relazioni. Come? Semplificando la pianificazione commerciale e aiutando i consulenti a coinvolgere meglio i clienti. Inoltre, la Generative AI potrebbe migliorare la fiducia dei consulenti nelle proposte di robo-advisory offrendo spiegazioni trasparenti delle azioni consigliate, affrontando l’ «effetto black box».

Infine, dice la survey, l’intelligenza artificiale potrebbe inoltre supportare i consulenti nell’elaborazione delle comunicazioni ai clienti, nel riepilogo delle informazioni chiave tratte da news e aggiornamenti finanziari e nella generazione di simulazioni “what-if” durante le trattative con i clienti, risparmiando tempo e migliorando la profondità della consulenza.

Da ultimo la survey rivela come i relationship manager delle banche utilizzano generalmente strumenti forniti dai datori di lavoro, mentre i consulenti autonomi che lavorano con reti di consulenza tendono a integrare gli strumenti bancari con investimenti privati. Le banche, consiglia l’indagine, potrebbero prendere in considerazione la creazione di «store» digitali curati per i tool di Generative AI, bilanciando la personalizzazione con l’usabilità.