Lifestyle

Enzo Miccio, tra moda e tv: «I social? Per usarli servirebbe la patente»

di Gustavo Marco Cipolla

Pioniere del wedding planning in Italia, ricercatore di stili e trend, volto amato della televisione. Enzo Miccio incarna l’eleganza e la passione che hanno reso il suo nome sinonimo di eccellenza nel mondo della moda e degli eventi. Con un percorso iniziato come stylist, quando questa figura professionale era ancora poco conosciuta, Miccio ha saputo trasformare il suo talento in un’arte, adattandosi ai cambiamenti della società e lasciando un’impronta indelebile nel settore. Ma non chiamatelo “esperto di immagine”, la sua versatilità abbraccia diversi settori. Dopo la conduzione di programmi celebri, tra cui “Ma come ti vesti?” su Realtime insieme a Carla Gozzi, oggi è al timone della trasmissione “Top-Tutto quanto fa tendenza” che, ogni sabato pomeriggio alle 16.30, guida su Rai 2 con passione, accendendo i riflettori sulle eccellenze artigiane del Bel Paese.  Il segreto del successo? La capacità di reinventarsi continuamente con lo sguardo rivolto alla tradizione e all’heritage che si riflettono nel suo approccio estetico, tutt’altro che minimalista, alla contemporaneità.

Ricorda ancora la sua prima esperienza nella moda?

«Certamente, ho cominciato da stylist in un momento storico in cui questa professione non era ancora conosciuta o apprezzata come oggi. All’inizio, ancora studente, lavoravo per riviste e realizzavo servizi fotografici. Ero appena arrivato a Milano, una città molto diversa da quella attuale, e vivevo tutto con entusiasmo: visitavo showroom, sceglievo abiti, accessori e scarpe per le modelle. È stato un periodo davvero divertente e formativo».

 

In che modo si è evoluto il suo approccio negli anni?

«La moda riflette i cambiamenti della società, è un linguaggio non verbale. Pensiamo agli anni ’80, caratterizzati da opulenza e volumi esagerati, e ai ’90, con il loro minimalismo essenziale. Questi mutamenti influenzano il mio lavoro, che è sempre stato guidato dalla curiosità e dall’osservazione. Ho avuto grandi maestri, che mi hanno trasmesso un certo senso di eleganza e savoir faire. Per me il fashion non è solo abbigliamento, ma una filosofia di vita».

 

Dall’organizzazione di eventi e matrimoni alla televisione. Com’è andata?

«Quando ho iniziato, per puro caso 25 anni fa, il termine wedding planner era sconosciuto in Italia. Ho aperto il mio primo studio milanese e in tanti non capivano cosa offrissi. Sono stato quasi un  pioniere, trasformando l’idea di matrimonio in qualcosa di più dinamico e personalizzato, lontano dai vecchi cliché. L’approdo sul piccolo schermo è stato inaspettato: il canale Realtime stava producendo un format sui matrimoni e mi contattarono. Dapprima ero scettico, non volevo rivelare i miei segreti, ma alla fine mi hanno convinto. E quella scelta ha cambiato il mio percorso professionale».

Quali sono i trend più interessanti del momento?

«Il piacere di vestirsi. Gli uomini stanno riscoprendo la sartoria, il su misura, l’artigianalità, mentre le donne si avvicinano sempre più alla moda per occasioni specifiche. Questo cambiamento verso un guardaroba costruito con cura, sia per lui che per lei, è il vero trend, al di là delle passerelle. Tuttavia, noto che molte maison faticano a mantenere una propria identità, forse a causa della rotazione continua dei direttori creativi. Mi domando se il problema sia legato al crescente desiderio di protagonismo degli stilisti».

Come riesce a mantenere il suo stile lavorando con personalità diverse?

«La mia professione si divide in due: la personalizzazione totale e le collezioni più ampie per il mercato. Nel primo caso, conduco i clienti verso le scelte migliori, ma rispetto i loro desideri. Quando realizzo collezioni, invece, devo pensare a vestire tante donne differenti, ampliando  la mia visione stilistica ed estetica. Inizialmente mi concentravo solo sul mio gusto personale, poi ho imparato a creare proposte variegate per raggiungere un pubblico più vasto».

 

Ci racconta della nuova edizione di “Top -Tutto quanto fa tendenza” che conduce su Rai 2?

«Sto cercando di dare il mio tocco al programma, di “miccizzarlo”. Parliamo di moda, architettura, cibo, artigianato e altro ancora, mettendo in luce l’Italia autentica, quella dei mestieri e delle tradizioni che rischiano di scomparire. Il nostro obiettivo è affascinare i telespettatori, in particolare i giovani, e valorizzare le eccellenze italiane. È una grande soddisfazione lavorare con una redazione appassionata e portare in tv il meglio del nostro Paese».

Quali consigli darebbe a chi desidera entrare nel settore?

«Passione e determinazione sono fondamentali. Sono necessarie una formazione solida e tanta gavetta. Bisogna sporcarsi le mani, imparare sul campo e non avere paura di sbagliare».

 

Come affronta le critiche?

«Accolgo con attenzione quelle costruttive, perché mi aiutano a crescere. Le altre le lascio scivolare via. Ogni persona può insegnarmi qualcosa e, secondo me, è importante ascoltare e riflettere  per  migliorarsi».

In che modo i social network hanno cambiato il fashion system?

«Lo hanno democratizzato, rendendolo accessibile a tutti. Si può seguire una sfilata in streaming o vedere una collezione prima ancora che arrivi in negozio. Però, penso che andrebbero usati con maggiore consapevolezza. Servirebbe una sorta di “patente” per educare all’uso corretto, valorizzandone l’aspetto culturale senza abusarne».

 

Cosa la attende nel suo futuro professionale?

«Sono sereno. Il lavoro non manca, perché ci si sposa sempre! Mi vedo come un artigiano del mio mestiere e spero, un giorno, di trovare maggiore stabilità in un luogo che amo, anche se per ora la mia vita è in costante movimento».