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Mercati, dove investire nel 2025: bene l’America, occasione Cina. La view di Invesco

Ci si aspetta un 2025 positivo sui mercati, in cui è possibile prendere dei rischi per generare alfa seppur con coscienza e prudenza. In luce soprattutto l’America, che dovrebbe beneficiare di una Fed meno restrittiva e del nuovo governo Trump. Occasioni anche in Cina, che potrebbe addirittura sovraperfomare gli Stati Uniti. Questo il quadro emerso dall’Outllook di Invesco, presentato oggi in una conferenza stampa dedicata tenutasi nell’headquarter milanese della casa d’investimento americana. Vediamo tutto nell’analisi.

Il momento dei mercati

In particolare, il Global Market Strategy Office (GMS) di Invesco ha diffuso le previsioni per il prossimo anno, delineando un contesto economico favorevole per i mercati, supportato da un rallentamento dell’inflazione, politiche monetarie più accomodanti e crescita globale più solida. Tuttavia, è necessario agire con cautela: sebbene le prospettive siano positive, i rendimenti degli asset rischiosi potrebbero essere limitati da valutazioni già elevate e da fattori geopolitici incerti. Paul Jackson, Global Head of Asset Allocation Research, avverte che, sebbene la recessione sembri lontana, l’eccessiva valutazione di alcune categorie di asset potrebbe frenare il potenziale di rendimento per gli investitori nel prossimo anno.

“Nonostante tutto, l’economia globale continua a crescere. In assenza di shock, il calo dell’inflazione, l’allentamento delle banche centrali e l’accelerazione dell’offerta di moneta negli Stati Uniti e nell’Eurozona ci suggeriscono che i timori di una possibile crisi economica stanno svanendo e che la recessione non sarà un problema nel 2025. Per questo crediamo che il prossimo anno sarà positivo per i mercati finanziari”, afferma Paul Jackson, Global Head of Asset Allocation Research, Global Thought Leadership.

Il dilemma dei prezzi alti

Le previsioni del GMS per i rendimenti degli asset si basano sull’ipotesi di una ripresa della crescita del PIL mondiale in linea con il trend, mentre l’inflazione globale scenderà verso gli obiettivi delle banche centrali, che continueranno a tagliare i tassi in direzione della “neutralità”. Nonostante il contesto economico e politico costruttivo, i rendimenti previsti sono inferiori a quelli di un
anno fa a causa del forte aumento dei prezzi di alcuni asset.

“Il dilemma più grande che ci troviamo ad affrontare è che gli asset ciclici come le azioni e l’high yield hanno avuto, nel 2024, un secondo anno consecutivo di forte crescita. Ciò significa che alcune valutazioni sono ora troppo elevate e temiamo che gran parte dell’allentamento delle politiche e della ripresa economica sia già stata prezzata”, spiega Jackson.

Le valutazioni sull’equity Usa

Ad esempio, le azioni statunitensi appaiono costose se considerate alla luce della capitalizzazione di mercato e gli spread high yield sono più bassi di quanto gli esperti di Invesco si aspetterebbero in questa fase del ciclo, mentre l’oro ha recentemente toccato i massimi storici in termini reali. Allo stesso tempo, la nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti porta con sé molta incertezza sulla politica fiscale e commerciale, oltre che sulla geopolitica. Il GMS di Invesco utilizza un processo di ottimizzazione per bilanciare rischio e rendimento. In vista del prossimo anno, il risultato favorisce inequivocabilmente i prestiti bancari, il credito investment grade e le materie prime, mentre l’oro e le azioni sono sfavoriti.

Come sottolinea l’esperto di Invesco, le azioni statunitensi hanno ricevuto nuova linfa dalla vittoria di Trump alle recenti elezioni, presumibilmente in previsione di una combinazione di tagli alle tasse, riduzione della regolamentazione e protezionismo. Tuttavia, Jackson vede una serie di rischi in questa analisi: in primo luogo, non esiste una chiara relazione tra l’aliquota dell’imposta sulle società e i futuri rendimenti del mercato azionario; in secondo luogo, i tagli fiscali non finanziati potrebbero peggiorare una situazione fiscale già disperata, causando potenzialmente un aumento dei rendimenti obbligazionari, mentre il protezionismo potrebbe aumentare l’inflazione, ridurre la crescita e rendere le aziende statunitensi meno efficienti.

L’opportunità della Cina

Inoltre, Jackson ritiene che le valutazioni siano un importante fattore determinante per i rendimenti futuri e le sue analisi suggeriscono che quando il mercato statunitense è stato così costoso in passato, ha prodotto scarsi rendimenti nel medio termine. Si aspetta che i mercati azionari non statunitensi registrino una performance migliore di quella del mercato USA e vede un valore particolare nella Cina.

“Le recenti iniziative politiche in Cina ci insegnano che la crescita economica continuerà a superare quella dell’Occidente e siamo ottimisti sul fatto che i titoli azionari cinesi sovraperformeranno, visto il loro basso costo”, afferma l’esperto di Invesco.

I rischi del 2025

Sebbene le prospettive per il 2025 del GMS delineino un quadro complessivamente costruttivo, Jackson vede anche alcuni rischi che gli investitori dovrebbero tenere presente. Ad esempio, il necessario risanamento dei conti pubblici in molti Paesi potrebbe frenare la crescita e che l’economia globale potrebbe essere troppo fragile per scrollarsi di dosso una potenziale guerra commerciale.

Inoltre, l’inflazione potrebbe aumentare prima del previsto con l’accelerazione delle economie e il peggioramento di una posizione fiscale già estrema negli Stati Uniti potrebbe spingere i rendimenti del Tesoro ancora più in alto e indebolire il dollaro, soprattutto se l’indipendenza della Fed viene messa in discussione. Questo equilibrio di venti di coda e venti contrari induce l’esperto di Invesco ad abbracciare il rischio con cautela per il momento.