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La FED taglia i tassi, mercati in tilt: i 3 motivi del flop secondo Vittorio Gaudio di Mediolanum

L’ultima riunione del 2024 della FED ha sancito un nuovo taglio dei tassi d’interesse da 25 punti base. Nonostante tale decisione fosse già stata preannunciata dagli analisti, i mercati non l’hanno presa granché bene e hanno risposto virando con decisione al ribasso. Ad anticipare il possibile cortocircuito delle Borse era stato con un paio di giorni d’anticipo Vittorio Gaudio, Direttore Asset Management di Banca Mediolanum. L’esperto aveva appunto suggerito, in una lettera a Jerome Powell, di mantenere i tassi invariati per evitare il caos che di fatto è scattato subito dopo l’annuncio del taglio. Qui a seguire pubblichiamo la versione integrale del post di Vittorio Gaudio.

La missiva di Gaudio a Powell

In particolare, nella  sua missiva di martedì, pubblicata su Linkedin, il manager di Banca Mediolanum, con rispetto e pragmatismo aveva indicato i dati oggettivi che avrebbero dovuto suggerire alla FED di tenere fermi i tassi d’interesse in questa riunione di fine anno: “Buongiorno Presidente Powell, come Lei certamente saprà, il mercato si attende che la Banca Centrale da Lei presieduta abbasserà i tassi di 25 punti base nella riunione di questa settimana. Con tutta la dovuta umiltà nel rivolgermi a Lei, mi permetto una riflessione, e, se possibile, un suggerimento: domani la FED dovrebbe lasciare i tassi di riferimento invariati. I motivi? Ne elenco tre. 1. I dati recenti sull’inflazione, ed in particolare i prezzi alla produzione (PPI, al 3%) che ritornano sopra i prezzi al consumo (2,7%), il che non accadeva da inizio 2021 (attenzione alla data…); 2. i rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato USA, in aumento a partire dalla decisione di abbassare i tassi FED a metà settembre scorso, e che potrebbero salire ancora di fronte ad ulteriori riduzioni del costo del denaro; 3. l’opportunità di conservare qualche “cartuccia di riserva” in più per il 2025, per mantenere buoni rapporti con la nuova Amministrazione (in passato non idilliaci…) e di valutare gli impatti economici delle decisioni che proprio da tale nuovo corso saranno assunte. La scelta di lasciare i tassi FED invariati potrebbe creare al momento qualche disappunto, ma, a mio modesto parere, resta l’opzione più prudente e ragionevole nel contesto attuale dell’economia americana. Con ammirazione e stima, VG”.

Il futuro dell’economia

Insomma, la decisione della FED, seppur attesa, ha mostrato ancora una volta quanto sia fragile l’equilibrio tra politica monetaria e reazioni dei mercati. Le parole di Vittorio Gaudio risuonano ora con maggiore chiarezza: forse una maggiore prudenza avrebbe evitato il nervosismo degli investitori e consentito di conservare preziosi spazi d’intervento per il futuro. Il 2025 si apre con molte incognite, tra un panorama economico in evoluzione e la nuova amministrazione guidata da Trump all’orizzonte. La capacità della FED di gestire questi cambiamenti con tempismo e lungimiranza sarà cruciale per ristabilire la fiducia dei mercati e garantire una crescita stabile.