All’inizio del 2024, i finanziari sono stati una delle operazioni a maggiore convinzione che abbiamo avuto. Pensando all’esposizione in tutte le strategie, quella ai titoli finanziari è rimasta uno dei nostri principali sovrappesi. Nei portafogli di credito multi-asset, dove abbiamo la massima discrezionalità, è arrivata a rappresentare tra il 20 e il 30% dei portafogli. Il motivo è che eravamo abbastanza fiduciosi sulla traiettoria di crescita. Sia in Europa che negli Stati Uniti abbiamo avuto l’impressione che i fondamentali dal punto di vista della crescita fossero solidi. Ciò significava che i tassi sarebbero stati un po’ più alti più a lungo.
Se si pensa a gennaio, stavamo scontando circa 150 punti base di tagli dei tassi da parte della Fed. Alla fine di dicembre, è probabile che ne avremo avuti solo 100. Il tema della forte crescita e dell’aumento dei tassi più a lungo termine ha fatto sì che i titoli finanziari abbiano goduto di un vantaggio dal punto di vista della redditività. Se pensiamo ai ricavi delle banche europee, sono stati tra i 150 e i 160 miliardi di euro in più rispetto al 2020. E quindi, con utili ante accantonamenti di circa 350 miliardi di euro, si è trattato di un momento incredibilmente buono e redditizio per le banche. La conseguenza è che oggi il capitale è vicino ai massimi storici al 16%, mentre i crediti deteriorati si attestano intorno al 2% circa.
Dal punto di vista dei fondamentali, le prospettive sono state solide e continuano a sembrare molto favorevoli nel 2025.Cosa significa questo per le performance? La nostra strategia di punta che si concentra prevalentemente sui finanziari ha reso il 13%. Si tratta di una netta sovraperformance rispetto ad altre asset class a reddito fisso. Se lo confrontiamo con l’high yield, ad esempio, la sovraperformance è di circa il 3%, con i mercati emergenti di circa il 5,5% e con l’investment grade globale di circa il 9%. Il settore finanziario è quindi un netto vincitore rispetto alle altre asset class a reddito fisso. I fondamentali lo hanno giustificato e lo abbiamo sicuramente visto nelle performance nel corso del 2024.
Guardando al 2025, pensiamo che persisteranno molti dei temi che ci sono piaciuti nel corso del 2024. Ci aspettiamo che la crescita degli Stati Uniti si aggiri intorno al 2,5%, una percentuale in qualche modo simile a quella che mostra attualmente la previsione Nowcast della Fed di Atlanta, e una crescita europea compresa tra lo 0,5% e l’1%.
Certamente è una crescita un po’ più bassa, ma è comunque molto positiva, in un contesto favorevole al credito. Se pensiamo ai tassi e alla traiettoria della politica monetaria, riteniamo improbabile che la Fed sia in grado di tagliare i tassi andando più lontano da dove è oggi, forse attorno al 4%, mentre la Bce probabilmente sarà più vicina al 2,5% nel corso del 2025.
Cosa significa questo per le banche e i titoli finanziari? La traiettoria dei ricavi sarà probabilmente molto robusta e questi saranno un po’ più alti di quelli di cui abbiamo goduto nel corso del 2024. Quindi, una cifra di poco superiore a 350 miliardi di euro. Per le banche europee, che stanno conducendo circa 50 miliardi di riacquisti di azioni, c’è la possibilità insomma di ottenere circa 70 miliardi di euro di rendimenti. E quindi, 120 miliardi di euro per un settore che ha una capitalizzazione di mercato di circa 700 miliardi si tramuta in un potente vento favorevole dal punto di vista del prezzo delle azioni. E questo dovrebbe essere positivo per il credito e in particolare anche per i finanziari subordinati. Se pensiamo alle valutazioni, riteniamo che il settore possa sovraperformare altre asset class a reddito fisso e dovrebbe offrire rendimenti corretti per il rischio migliori rispetto ad altri spazi nell’ambito del credito.