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(WSI) – Per gli azionisti Fiat dopo il buio degli ultimi mesi quella di mercoledì è stata una seduta da incorniciare. Avanzando di ben 13,88 punti percentuali e chiudendo a 11,88 euro il titolo ha fatto segnare il maggior rialzo tra le blue chips italiane. L’ondata di acquisti è stata innescata da un sorprendente dato sui ricavi del secondo trimestre ed è stata poi alimentata dalle successive ricoperture. In questo contesto, per chi volesse puntare sul titolo del lingotto avvalendosi di qualche opzione in più, in quotazione al Sedex è disponibile un Bonus Certificate emesso da Société Générale, che per i recenti trascorsi del titolo presenta delle caratteristiche interessanti.
Entrando nei dettagli, il certificato della durata complessiva di tre anni, ha rilevato il 14 aprile scorso in 14,369 euro il livello iniziale da cui è stato calcolato un livello, tecnicamente definito barriera, in 7,1845 euro: stando a queste caratteristiche e alla quotazione attuale del titolo è possibile acquistare il certificato ad un prezzo di 91,28 euro, in ribasso rispetto ai 100 euro di emissione. A scadenza, in assenza di evento Knock Out, ovvero a patto che Fiat non perda nei prossimi due anni e nove mesi più del 39,52% finendo al di sotto della barriera, questo strumento restituirà almeno 148 euro: ciò significa che anche in caso di un calo consistente del titolo, tale però da non far violare il livello barriera, investendo oggi nel certificato si potrà puntare ad un rendimento minimo del 62,13%.
Se i 7,1845 euro verranno toccati anche per un solo giorno il certificato perderà l’opzione esotica put down&out che lo caratterizza e a scadenza rimborserà il capitale calcolato in funzione del livello raggiunto dal titolo al pari di un investimento diretto nello stesso. Nella peggiore delle ipotesi quindi, ovvero nel caso si arrivi a scadenza e nel frattempo la barriera sia stata violata, l’esposizione sul certificato sarebbe equiparabile all’investimento diretto nel sottostante con la sola differenza ( per certi versi trascurabile, in rapporto all’opzione che si riceve in cambio, visto il basso dividend yield del titolo) che i dividendi futuri sono stati già virtualmente “trattenuti” dall’emittente per la costruzione della struttura.
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