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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono rimasti pressoché invariati sul breve e leggermente calati sul lungo, con lo spread 2-10 anni calato a 6pb. I dati relativi ai Pmi ed alle vendite al dettaglio hanno confermato il rallentamento in atto nell’area. Questa mattina Bnp Paribas ha annunciato svalutazioni per 542Mln€, aggiungendo però di non aver bisogno di ricorrere ad un aumento di capitale grazie ad un Tier 1 del 7,6%.
FT ha riportato la notizia secondo cui un esponente governativo tedesco ha dichiarato che il Pil del paese nel secondo trimestre si sarebbe contratto dell’1% t/t. Il dato ufficiale sarà rilasciato la prossima settimana. I mercati obbligazionari, in assenza di dati macro di rilievo, oggi resteranno in attesa delle trimestrali di importanti istituzioni finanziarie Usa nel primo pomeriggio. Sul decennale ribadiamo il supporto collocato al 4,30% e la resistenza a 4,45%.
Negli Usa, la Fed ha mantenuto i tassi al 2% come ampiamente atteso ed allo stesso tempo ha ripreso a sottolineare come vi siano rischi al ribasso sulla crescita, confermando pertanto la marcia indietro rispetto al Fomc di fine giugno quando invece i rischi erano stati segnalati in diminuzione. Allo stesso tempo è stato indicato ancora come il rischio inflazione rimanga considerevole. Infine si è registrato un solo voto contrario (quello di Fisher), fugando pertanto i timori di ben tre dissenzienti. Probabilmente il forte richiamo anche al rischio inflazione è riuscito a creare un maggior consenso all’interno del board.
Il comunicato della Fed conferma pertanto lo scenario di tassi fermi per tutto l’anno. I tassi di mercato sono saliti soprattutto sulla parte a lungo favoriti dal forte rialzo dei listini azionari. Lo spread 2-10 anni è passato da 143 a 147pb. I listini azionari sono saliti in modo marcato guidati dal comparto finanziario che ha guadagnato oltre il 5% e dal calo del greggio. A mercati chiusi Cisco ha guadagnato oltre il 6% dopo aver riportato risultati superiori alle attese. Oggi non sono attesi dati macro rilevanti e l’attenzione si concentrerà sulle trimestrali delle due istituzioni finanziarie Freddie Mac e Ambac. Sul decennale il supporto si colloca al 3,92%, la resistenza al 4,06%.
Valute: il Dollaro sta oscillando intorno a quota 1,55 verso Euro dopo aver raggiunto ieri un supporto dinamico in area 1,5450 circa, spinto dal calo del petrolio. Tale livello rappresenta il supporto di riferimento più vicino, mentre la resistenza si colloca intorno a 1,5650. In assenza di dati macro rilevanti, oggi la volatilità sul cross potrebbe arrivare dalle trimestrali Usa e dal prezzo del greggio. Il forte rialzo dei listini asiatici ha comportando un deprezzamento dello Yen nel corso della notte. Verso Dollaro il cross si trova proprio al di sotto della forte area di resistenza 108,40-60, il cui superamento potrebbe portare il cross a toccare i 110. Verso Euro il cross si colloca al di sotto della resistenza 168,80, mentre il nuovo supporto passa da 166,80.
Materie Prime: ancora un calo per il greggio Wti che ha raggiunto i 118$ sui timori che il rallentamento Usa ed europeo possa danneggiare fortemente la domanda. Il greggio è stato penalizzato anche dai rientrati timori circa i danni alla produzione causati dalla tempesta tropicale Eduard. Oggi sono attesi i dati settimanali sulle scorte Usa.
Andamento contrastato per i metalli industriali. Segnaliamo lo zinco (-1,3%) che ha raggiunto i minimi degli ultimi due anni in seguito all’aumento delle scorte al Lme. Negativi i preziosi con l’argento in calo del 3,3% e l’oro del 2,4%. Quest’ultimo è tornato sotto soglia 900$/oncia per la prima volta da giugno. Tra gli agricoli ancora un calo per il mais (-1,9%) e la soia (-1,9%) a causa delle piogge nel Midwest che stanno migliorando le condizioni del raccolto. Forte rialzo per lo zucchero (+3,8%) sulla speculazione che gli Usa potrebbero rimuovere i dazi sulle importazioni di etanolo brasiliano.
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