Una causa collettiva contro il Tesoro per non aver agito nella vicenda Alitalia negli interessi degli azionisti e dei creditori. Questa la proposta lanciata dall’amministratore delegato di Anima Sgr, Alberto Foà.
“Vogliamo intentare causa al Tesoro – ha detto Foà davanti agli obbligazionisti in sede informale visto che l’assemblea di stamani non ha raggiunto il quorum deliberativo del 20%, fermandosi solo al 6,34%, – perchè ha diretto e coordinato la società Alitalia non con il fine di soddisfare gli azionisti e i creditori ma con un fine, pur nobile, di natura pubblica e politica che non ha nulla a che vedere con la natura privatistica della società”.
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Secondo Foà, il comportamento del Tesoro, “crea un procedente pericoloso e viola l’articolo 2497 del Codice civile. Dal 2002 – ha ricordato – Alitalia non è stata gestita nell’interesse nè dei soci nè dei creditori, che avrebbero sicuramente gradito il rimborso dei bond all’85% fatta a suo tempo da Air France. Pensiamo che questo possa essere la sostanza e la direttrice della causa collettiva che dovremmo intentare al Tesoro”. “Pensiamo inoltre – ha concluso – sia dovere del commissario Fantozzi di intentare anche egli una causa al Tesoro per aver guidato Alitalia nel suo interesse (del Tesoro ndr) e non degli interessi dei creditori”. Foà ha quindi proposto la costituzione di un fondo spese per intentare questa causa.
Entrando nel dettaglio, Foà ha chiarito che “saranno gli obbligazionisti che intendono promuovere la causa a rivolgersi ad Anima che provvederà a costituire, con il loro contributo un fondo spese. Dopodiché gli incartamenti passeranno nelle mani del commissario straordinario che, se ravviserà le motivazioni giuridiche, intenterà la causa”. Noi, ha spiegato l’ad, “vogliamo procedere anche se non si dovesse presentare nessun oggligazionista.
Un altro canale verso cui potremmo muoverci – ha aggiunto – è fare una causa diretta (cioè senza passare per il commissario ndr) per conflitto di interessi”. L’amministratore delegato di Anima Sgr, a margine dell’assemblea degli obbligazionisti, ha definito “vergognosa” l’assenza del Tesoro che, ha osservato, “così come è intervenuto nel 2005 (all’assembea che approvò la ristrutturazione dei Mengozzi bond ndr) poteva intervenire oggi per spiegare”.