(WSI) – «Gran parte delle imprese medio-piccole, trama fondamentale del tessuto imprenditoriale italiano, trova difficoltà e potrebbe correre rischi di asfissia finanziaria. Si sta interrompendo un processo di ristrutturazione aziendale che negli scorsi anni aveva iniziato a produrre risultati incoraggianti in termini di produttività e competitività internazionale». Lamberto Cardia, presidente della Consob, durante l’incontro annuale della Commissione con il mercato, a Palazzo Mezzanotte a Milano, punta il suo intervento sulla crisi economica.
A RISCHIO – «Le prospettive restano oggi caratterizzate da profonda incertezza. I soggetti più deboli, sia nel mondo delle imprese che tra gli investitori, sono esposti a rischi maggiori. Solo le imprese di più grande dimensioni riescono a reperire sul mercato capitale proprio e a collocare prestiti obbligazionari senza gravi difficoltá nè a costi da considerare eccessivi».
TRASPARENZA – Il presidente della Commissione poi ha voluto sottolineare l’importanza della corretta informazione sui prodotti finanziari proposti ai risparmiatori e dei comportamenti delle banche che li collocano. Ed è proprio in questo ambito che Cardia ha spiegato: «Lo scorso giugno sono stati avviati accertamenti ispettivi nei confronti di cinque grandi gruppi» bancari, «finalizzati alla verifica delle concrete modalità di attuazione dei principi di correttezza comportamentale» verso la clientela. Una strategia regolamentare e non solo italiana. «La Consob – ha spiegato Cardia – è consapevole della necessità di definire una strategia regolamentare stabile e coordinata a livello internazionale sulle vendite allo scoperto e, più in generale, sul fenomeno delle posizioni corte sui titoli, con l’obiettivo di salvaguardare l’integrità dei mercati senza compromettere la liquidità e l’efficienza dei meccanismi di formazione dei prezzi».
IL GOVERNO – Sul pacchetto anti-crisi, varato da Palazzo Chigi, Cardia ha sottolineato: «Gli interventi del Governo a garanzia di depositanti e a sostegno della raccolta bancaria hanno svolto un ruolo importante nell’evitare il pericolo di esasperazione degli effetti della crisi nel momento più acuto, prevenendo ingiustificate ondate di panico che hanno indotto i governi di altri paesi ad assumere determinazioni in altri periodi nemmeno immaginabili». Per Cardia «il nostro Paese, pure se gravato da un debito pubblico che ne condiziona l’agire, ha dimostrato una tenuta di sistema che costituisce motivo di conforto, dando prova di tempestività negli interventi e di sostanziale stabilità delle sue banche, per altro in alcuni casi protagoniste di tormentate vicende negli ultimi anni».
ALITALIA – E sulla compagnia aerea la Consob «prende atto dei recenti interventi pubblici di ristoro volti a rispondere alle fondate attese degli obbligazionisti e ai disagi degli azionisti». Cardia ha poi aggiunto che più volte l’Autorità ha segnalato, nelle sedi istituzionali competenti, la necessità di iniziative a tutela dei consumatori.
LE FAMIGLIE – La situazione di turbolenza sui mercati finanziari ha determinato un aumento dell’avversione al rischio degli investitori retail: si può infatti stimare che a fine 2008 – rileva la relazione annuale della Consob – circa il 62% delle ricchezza finanziaria delle famiglie italiane risultava investita in depositi e titoli di Stato, contro una quota del 51% di fine 2007. Circa l’11% della ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie si è quindi spostata dai prodotti e strumenti più rischiosi (azioni, bond, risparmio gestito, polizze) ai depositi e titoli di Stato.
L’UTILE – Nel 2008 la raccolta complessiva dei principali gruppi italiani si è ridotta di circa 137 miliardi (-1,5%) riportandosi su livelli simili a quelli del 2005. La raccolta diretta è cresciuta di circa 26 miliardi di euro (+1,5%) grazie all’incremento della raccolta obbligazionaria (+3%) e dei depositi (+1,9%), mentre la racolta da banche è calata del 2,2%. La raccolta indiretta si è fortemente contratta riducendosi di circa 164 miliardi dei euro (-11,2%) a causa di una riduzione del 20,1% del risparmio gestito (-130 miliardi), a fronte di una flessione più contenuta del risparmio amministrato (-4,2% pari a -34 miliardi).
Il valore complessivo dei titoli di proprietà dei principali gruppi bancari italiani è fortemente diminuito dai 297 miliardi di fine 2007 a 225 miliardi (-24,4%), con una riduzione del 37,4% dei titoli di negoziazione, del 19,1% dei titoli disponibili per la vendita e del 5,8% di quelli valutati al fair value. Titoli di stato e obbligazioni rappresentavano a fine 2008 circa l’88% del totale dei titoli in portafoglio, mentre il peso dei titoli strutturati si è ridotto dal 5% al 2,3%. La quota del portafoglio titoli sul totale attivo è scesa dal 13,1 al 9,5%, mentre la quota sul totale impeghi è diminuita dal 18,7 al 13,4%.
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