Il rapporto sulla disoccupazione negli Stati Uniti reso noto venerdi’, che a ottobre ha portato al 10.2% il tasso dei senza lavoro, e cio’ al massimo dal 1983, cioe’ degli ultimi 26 anni (piu’ di un quarto di secolo, praticamente due generazioni) va letto in modo piu’ approfondito rispetto a quello che fanno i giornali.
A causa dei migliaia di licenziamenti ogni giorni da 22 mesi consecutivi, i numeri rilasciati dal Labor Department hanno raggiunto il massimo di 26 anni, ma se le statistiche andassero piu’ indietro, si toccherebbe certamente il record negativo dalla Grande Depressione. Infatti piu’ di un lavoratore ogni sei – il 17.5 per cento — e’ stato disoccupato o sotto-occupato in Ottobre. Il precedente record era 17.1%, nel dicembre 1982, in piena recessione.
Questa percentuale – assai drammatica dal punto vista sociale rispetto al gia’ allarmante 10.2% – include coloro che sono ufficialmente disoccupati, che hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane. Inoltre comprende i lavoratori “scoraggiati”, che hanno cercato lavoro nell’ultimo anno senza trovarlo, come milioni di persone che lavorano part-time e che vorrebbero, se potessero, lavorare a tempo pieno.
Alcuni economisti fanno notare poi che l’ultima volta che il tasso di disoccupazione in America fu cosi’ alto, in tempi recenti e tali da poter fare i raffronti statistici, nel 1982, le famiglie americane avevano pero’ 1/3 dei debiti personali che hanno invece oggi sui loro mutui immobiliari e sulle carte di credito.