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BORSA: PERDITA DI SPINTA SUI MASSIMI

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(WSI) – Perdita di spinta. Gli indici azionari si assestano sui massimi di periodo, senza riuscire a proseguire nel rialzo. Non emergono segnali convincenti che sia prossima una fase correttiva ma va comunque registrato l’affaticamento del mercato azionario sui livelli correnti.

Il Nasdaq Composite ha raggiunto la resistenza a 2320, che avevamo indicato come il grande obiettivo del bear market rally, toccando un nuovo massimo a ridosso di 2326 (+83,8% dai minimi del 9 marzo 2009 a 1265,52). Per mantenere un’impostazione tonica l’indice deve assestarsi sopra 2225, ma un segnale di vera e propria debolezza si avrebbe solo sotto 2110/55 (poco probabile). Al di sopra di 2320 (prematuro) la salita potrebbe continuare verso 2415 e quindi 2500, dove dovrebbero comunque prevalere le vendite.

Il Dow Jones Industrial riesce a registrare massimi marginalmente superiori alla settimana precedente, assestandosi a ridosso di 10700, portando a circa il 66% il guadagno dai minimi del 6 marzo a 6469,95. Per conservare una buona impostazione l’indice deve mantenersi sopra 10100, con obiettivo confermato nella resistenza chiave a quota 11000, dove dovrebbero comunque prevalere le vendite.

Stallo sui massimi anche per l’S&P500, che si assesta a ridosso di 1150, con un rialzo pari a circa il 72% dai minimi del 6 marzo a 666,79. L’obiettivo è 1175 e quindi la resistenza chiave a 1200, dove dovrebbero comunque prevalere le vendite. Per mantenere un’impostazione tonica le quotazioni devono assestarsi sopra 1115. Perdita di spinta sotto 1065/80, con obiettivo il forte supporto in area 1020/40, la cui rottura (poco probabile) darebbe un segnale di rinnovata debolezza.

La volatilità rimane sui minimi di periodo a conferma di un quadro ancora positivo. I dubbi riguardano però gli spazi di ulteriore salita, soprattutto se valutati in termini di risk-reward. Col ritorno degli indici sui livelli precedenti al crash di Lehman si chiude una fase di mercato, il grande bear market rally reso possibile dai corsi particolarmente depressi e dall’abbondate liquidità riversata nel sistema.

Da adesso in poi solo segnali concreti di ripresa dell’economia reale possono creare le condizioni per una prosecuzione sana e sostenibile dei rialzi di Borsa. Altrimenti si rischiano nuovi “eccessi”, una “piccola bolla” destinata a scoppiare o comunque sgonfiarsi nel momento in cui la Fed inizierà a drenare liquidità dal sistema.

Una correzione del 15-20% nei prossimi mesi appare possibile, anche se al momento è impossibile prevedere dove e quando partirà. Un segnale in tal senso verrebbe comunque da una risalita della volatilità implicita, scesa sui livelli di luglio-agosto 2008, “troppo” verrebbe da dire perché sembra che manchi nuovamente un adeguato premio al rischio.

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