Il rating sul credito delle societa’ americane sta peggiorando senza interruzione da oltre due anni e non vi sono segnali di miglioramento nell’immediato orizzonte; queste le conclusioni del rapporto diffuso da Moody’s Investor Service.
Le aziende a cui Moody’s ha abbassato il rating nella prima meta’ dell’anno sono il doppio di quelle cui il rating e’ stato innalzato; una situazione del genere non si presentava dalla recessione del 1991.
“Gli investitori devono fare attenzione a quello che sta accadendo – ha dichiarato John Lonsky, capo degli economisti di Moody’s – le aziende si stanno caricando di nuovi debiti. L’incremento delle esposizioni, calcolato su un periodo di dodici mesi sino al 31 marzo di quest’anno, e’ pari al 12,3%, oltre il doppio rispetto alla crescita media del 6,1% registrata negli ultimi cinque anni”.
Il dato risulta particolarmente allarmante se inserito in un contesto di rallentamento della crescita economica americana. La frenata, voluta con tanta determinazione dalla Federal Reserve per creare uno scudo contro l’inflazione, avra’ infatti ripercussioni dirette sui profitti aziendali e quindi sulla capacita’ di ripagare il debito.
I debiti fuori controllo che hanno fatto rizzare i capelli in testa agli analisti di Moody’s non preoccupano piu’ di tanto Robert DiClemente, capo degli economisti di Salomon Smith Barney, la boutique finanziaria controllata dal gigante Citigroup.
“I debiti sono sempre fonte di ansia, ma gran parte di questo aumento e’ stato impiegato per incrementare la produttivita’ e quindi potrebbe produrre maggiori guadagni anziche’ un mare di guai – spiega DiClemente – Il risultato pero’ non sara’ uniforme: diciamo che mi aspetto uno scenario in cui si assistera’ a grandi successi e a clamorose cadute”.