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WALL STREET SI FERMA, DEBOLI I TECNOLOGICI

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Si ferma la corsa di Wall Street, con i listini che chiudono contrastati dopo due settimane di rialzi. Le materie prime estendono invece la serie negativa, che diventa la piu’ lunga degli ultimi tre mesi.

Il Dow ha guadagnao lo 0.16% a quota 10642.15, mentre il Nasdaq ha perso lo 0.23% in area 2362.21. Da parte sua l’S&P, che l’11 marzo ha chiuso sui massimi di 17 mesi, ha chiuso sostanzialmente invariato (+0.04%) a 1150.50 punti.

Tra i fattori principali del ritracciamento dei listini in tutto il mondo e delle commodity e’ la paura che Cina e India cercheranno di imporre una stretta monetaria per porre un freno alla crescita economica e scongiurare il pericolo di un rincaro dei prezzi.

L’oro, il dollaro e lo yen traggono invece vantaggio dal loro status di beni rifugio. Il petrolio, il rame, il piombo e il nickel hanno ceduto terreno, con l’indice delle commodities che ha chiuso in ribasso per il terzo giorno consecutivo. I Treasury a 10 anni non riescono ad avanzare con decisione, bloccati dalle speculazioni che la Federal Reserve segnalera’ un miglioramento delle condizioni economiche Usa.

Nel frattempo i ministri delle Finanze d’Europa si sono incontrati a Bruxelles per discutere del caso della Grecia e stabilire come aiutare Atene a risanare il debito. La Fed annuncera’ martedi’ il suo outlook sui tassi di interesse e sull’exit strategy.

Tra i settori, le banche non sono state colpite dalla lettera nel giorno in cui il presidente del Commissione bancaria al Senato Christopher Dodd ha reso pubblica la bozza di riforma del sistema finanziario da lui preparata.

Il benchmark dei finanziari e’ riuscito a riportarsi sopra i livelli di parita’ nel pomeriggio (+0.15%), aiutato dal rally sul finale di AIG (+0.3%). Goldman Sachs e Morgan Stanley arretrano pero’ di quasi l’1%. La riforma dara’ piu’ poteri alla Federal Reserve per smantellare le big della finanza che dovessero finire per rappresentare una “grave minaccia” per la stabilita’ dell’intera economia americana.

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La proposta prevede inoltre la creazione di un’agenzia a protezione del consumatore e incorpora una versione della “Volcker rule”, il principio per una separazione delle banche commerciali da quelle di investimento. Inoltre la riforma porra’ dei limiti ai “pacchetti retributivi folli”.

In un periodo in cui gli investitori non sanno bene come comportarsi durante il rally, ovvero su quali azioni e settori puntare, e’ giunto un consiglio da una voce autorevole, quella di Mohamed El-Erian, a capo del fondo obbligazionario maggiore del mondo.

Il co-presidente di Pimco a fianco di Bill Gross ha suggerito agli investitori di mantenere alti livelli di liquiditia’ in mano, per poi fare investimenti una volta che il futuro sara’ piu’ chiaro. In poche parole, aspettatevi cose imprevedibili, scommettendo di conseguenza quando si presentera’ il momento piu’ propizio. Nonostante il calo degli investimenti, la Cina resta comunque il primo creditore mondiale Usa.

Quest’oggi gli indici hanno imboccato la strada dei ribassi fin dalle prime battute, penalizzati dall’avvertimento lanciato da Moody’s circa i rischi creditizi del debito sovrano di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito. Sebbene i rating di tripla A rimangano intatti, sussiste il rischio di un declassamento.

Anche i dati macro non hanno offerto l’aiuto sperato, con gli investitori che non sono rimasti del tutto convinti. Dal fronte dell’attivita’ manifatturiera non sono giunte notizie troppo incoraggianti: in marzo l’indice Empire State di New York ha accusato una battuta d’arresto dopo due mesi consecutivi di rialzi.

Meglio la produzione industriale, che in febbraio ha registrato un rialzo, allungando a otto la serie positiva consecutiva, con il +0.1% che e’ risultato appena superiore alle previsioni.

In ambito di notizie societarie, Google e’ scivolata di circa il 3% dopo che sono iniziate a circolare voci circa la chiusura della versione cinese del suo motore di ricerca.

I cali sono stati limitati dall’accelerazione di Wal-Mart Stores, che fa segnare un progresso di quasi il 3% dopo i commenti positivi di Citigroup, che ha consigliato di acquistare i titoli. Sempre sul fronte dei rialzi, si e’ mossa in controtendenza anche PepisCo (oltre +1.5%) dopo che la societa’ di bevande ha annunciato un innalzamento del dividendo del 7% e un’operazione di buy-back di sino a $15 miliardi.

Sugli altri mercati, sul valutario il Dollar Index, che da’ una misura della performance del biglietto verde contro le sei principali valute locali, ha messo la parola fine ad una striscia negativa di tre sedute, forte di un progresso di mezzo punto percentuale a 80.267. Il dollaro si e’ rafforzato contro 15 valute su 16, guadagnando l’1% contro la sterlina e lo 0.7% contro l’euro, che chiude a quota $1.3672. Solo lo yen ha fatto meglio, avanzando dello 0.1% rispetto alla divisa americana.

Nel comparto energetico le quotazioni del greggio sono in rialzo. I futures con consegna aprile arretrano di $1.44 attestandosi a quota $79.80 al barile. L’oro guadagna $5.10 in area $1106.80 l’oncia. In marginale rialzo i Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.7040% (-6 punti base).