(Teleborsa) – Al Forum a Taormina di Confagricoltura, il ministro dell’Ambiente della Tutela e del Territorio Stefania Prestigiacomo ed il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Federico Vecchioni hanno firmato il protocollo di intesa tra Ministero e Confederazione, in relazione agli accordi di Kyoto e Copenaghen per la riduzione delle emissioni di gas serra. Il protocollo siglato pone le basi per approfondire le tematiche e soprattutto per identificare le politiche e le misure più idonee per realizzare il potenziale di assorbimento delle attività di afforestazione e riforestazione, gestione forestale, dei suoli agricole e dei pascoli; attività tutte che rivestono un ruolo fondamentale nell’assorbimento del carbonio atmosferico per la riduzione della concentrazione di anidride carbonica. Le attività di afforestazione (ovvero la piantumazione di nuove foreste realizzate su terreni che da almeno 50 anni non le ospitavano) e di riforestazione (nuove foreste realizzate su terreni che al 31 dicembre 1989 non le contenevano) rivestiranno un ruolo crescente nelle politiche di mitigazione internazionali, europee e nazionali. E’ un obiettivo – si è evidenziato a Taormina – che fornisce ulteriori stimoli al settore agroforestale al fine di valorizzare la forestazione e l’arboricoltura produttiva italiana in gran parte frutto dell’attività di imprenditori agricoli. Tali risultati potranno essere raggiunti solo attraverso chiare linee politiche ed economiche dirette a favorire lo sviluppo di nuove foreste e soprattutto ad incentivare la gestione di questo indispensabile patrimonio naturale. In tale direzione occorrerà a livello nazionale completare il registro delle foreste e dei serbatoi di carbonio, nella ridefinizione del Protocollo di Kyoto, tenendo conto maggiormente del contributo ambientale generato dalle attività agricole e forestali, prevedendo in modo puntuale la possibilità per gli Stati aderenti di classificarle come “carbon sink” (pozzo di assorbimento del carbonio) e “contabilizzando” tutte le foreste, comprese la riforestazione naturale e l’arboricoltura produttiva dei suoli agricoli, delle coltivazioni e delle pratiche agricole che consentono un maggiore assorbimento di CO2. Altro aspetto che andrà maggiormente approfondito – ha sottolineato Federico Vecchioni – è quello legato al riconoscimento del ruolo svolto dagli agricoltori. Va individuato un sistema di riconoscimento dei sink agricoli ad esempio tramite un sistema volontario certificato. “Il riconoscere al settore agricolo tale valore aggiunto ambientale produrrà sicuramente effetti positivi sul sistema generale. Analisi che dovrà coinvolgere anche i nuovi meccanismi incentivanti della politica agricola comune europea, che nei prossimi anni saranno orientati soprattutto a sostenere lo sviluppo dei ‘servizi ambientali’ in agricoltura”.
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