Chiusura incerta tra denaro e lettera per il mercato a stelle e strisce. Dopo una mattinata difficile, nel pomeriggio i listini azionari americani si sono riportati sui livelli della vigilia, favoriti dal contenuto delle minute della Federal Reserve.
Il Dow ha ceduto lo 0.03% a 10970.45 punti, Nasdaq ha invece guadagnato lo 0.30% in area 2436.43, mentre l’S&P 500 lo 0.17% a 1189.43 punti. Ieri il paniere delle blue chip si era avvicinato alla soglia degli 11000 punti.
Secondo quanto riferito all’emittente Usa CNBC dall’analista Jeffrey Kleintop, chief market strategist di LPL Financial, sebbene potrebbe raggiungere il livello degli 11000 punti entro una settimana, e’ piu’ probabile che prima l’indice ritracci a quota 10000.
Nelle minute dell’ultima riunione della Fed, la maggior parte degli esponenti, tutti tranne uno per la precisione, si e’ trovata d’accordo sul fatto che le condizioni dovrebbero probabilmente garantire livelli di tassi bassi ancora per un periodo prolungato. Un esponente ha invece sottolineato che “comunicare un’attesa di questo tipo creerebbe condizioni tali da portare a squilibri finanziari”.
La parte probabilmente piu’ interessante del comunicato e’ quella che riguarda il fatto che cio’ non precludera’ certo la possibilita’ che “la Banca inizi ad imporre una stretta monetaria se dovessero verificarsi le condizioni, quali un’accelerazione marcata dell’attivita’ economica, o se l’inflazione dovesse crescere in maniera significativa”.
In precedenza il numero uno della Fed di Richmond Jeffrey Lacker ha detto che la represa dell’economia americana e’ sostenibile e che non ci sara’ una seconda recessione.
Dall’altra parte dell’oceano invece continuano i problemi per la Grecia. Dalle ultime indiscrezioni trapelate sembra che Atene stia cercando di cambiare i termini dell’accordo sul piano di salvataggio promesso da Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea. Ma un alto funzionario del governo greco ha smentito tali voci.
Nel frattempo la Grecia si rivolgera’ agli investitori americani con un’emissione di bond plurimiliardaria, attesa tra poche settimane, e ha iniziato, intiliggentemente, ad etichettarsi come un Paese in via di Sviluppo.
Alcoa (+2% circa) e JP Morgan (+1.15%) hanno chiuso ai piani alti del Dow. Le banche in generale si sono rese protagoniste di una buona prova (benchmark XLF +1.35%), dopo che un paio di analisti hanno promosso il settore.
Wells Fargo ha rivisto al rialzo i rating sul comparto a Market Overweight, precisando che Bank of America e PNC Financial sono tra i titoli meglio posizionati. Inoltre JP Morgan ha alzato il giudizio sugli istituti americani in generale, portando il giudizio a Market weight da Overweight.
Bank of America e’ tra la manciata di titoli che guadagna terreno sul Dow, insieme a DuPont (+1% circa), dopo che Bank of America/Merrill Lynch ha deciso di promuovere i titoli a Neutral da Underperform. Si sono inoltre messe in mostra anche le banche regionali come Regions Financial, Zions Bancorp e Fifth Third, con il mercato del real estate commerciale che sta offrendo segnali di stabilizzazione.
AT&T ha perso leggermente terreno penalizzata dalle notizie secondo cui l’azienda ha intenzione di spendere $1 miliardo per migliorare la sua Rete.
I titoli Microsoft si sono invece distinti in positivo (+0.2%), mentre il colosso del software si prerara all’atteso annuncio del lancio della serie di telefonini “Project Pink”. Poco si sa del prodotto, a parte che sara’ dotato di una funzione per il social network e le comunicazioni verranno gestite dall’operatore tlc Verizon.
Denaro su Apple malgrado le vendite leggermente deludenti dell’iPad. Le oltre 300.000 unita’ vendute sono basse rispetto alle attese per un risultato di 400.000-500.000. Ma l’iPad ha messo le ali ad un altro titolo: Netflix (+4.5% circa). Le azioni della societa’ di noleggio film e video in streaming online hanno continuato anche oggi la corsa dopo aver raggiunto lunedi’ i massimi di 52 settimane. Netflix e’ una delle piu’ popolari applicazioni del nuovo iPad.
Sempre all’interno del comparto tech, balzo delle Amazon.com malgrado le previsioni secondo cui l’iPad rubera’ quota di mercato al Kindle, l’attuale leader del mercato dei lettori elettronici. Avanzano anche i titoli del produttore di BlackBerry Research In Motion, sulle ricoperture dopo le perdite del giorno prima.
Sugli altri mercati, i prezzi dei Treasury hanno ridotto i guadagni dopo che l’ultima asta del Tesoro ha evidenziato una domanda molto alta per titoli a tre anni. L’asta da $40 miliardi ha garantito un rendimento molto dell’1.775% e un rapporto bid-to-cover del 3.10. Nei prossimi due giorni sono previste aste di decennali e trentennali.
Sul valutario il dollaro si e’ rafforzato, favorito dal selloff che ha colpito l’euro. Gli investori hanno paura per l’impatto dei problemi del debito sovrano della Grecia e degli altri PIIGS. Il petrolio accelera, portandosi vicino a quota $87 al barile, sui massimi di 18 mesi. L’oro ha ripreso a correre, raggiungendo i livelli piu’ alti delle ultime quattro settimane.
Queste le chiusure: nel comparto energetico i futures sull’oro nero con consegna maggio avanzano di $0.22 attestandosi a quota $86.84 al barile. Sul valutario la moneta unica viaggia a quota $1.3399 (-0.63%). L’oro recupera le perdite della mattinata avanzando di $2.22 in area $1135.10 l’oncia. Quanto ai titoli di stato, il rendimento sul benchmark decennale scende di 2.6 punti base rispetto all’apertura attestandosi al 3.9680%. Ieri ha temporaneamente superato il 4% per la prima volta dallo scorso giugno.