Oltre il tempo, le mode e le tendenze un viaggio alla scoperta delle regole dell’eleganza per essere un vero gentleman
A cura di Mario Iannetta
L’eleganza è di per sé un ideale e come tale impossibile da ridurre a semplici assiomi matematici. Non è un luogo, né un oggetto, è semplicemente una filosofia di vita. L’essenza profonda dell’eleganza viene sintetizzata con una sola parola: semplicità, poiché la ricerca della semplicità è sinonimo di eleganza.
Si parte con un lavoro minuzioso su sé stessi: il vero gentleman soppesa ogni angolo del proprio io, si guarda a fondo senza menzogne. Mette in discussione ogni cosa di sé per poi smussare, levigare, plasmare la propria natura. Conosce a memoria il galateo, l’etichetta e le buone maniere perchè sa che educazione e disciplina d’animo sono essenziali. L’uomo elegante mai dimenticherà di aprire la portiera dell’auto o cedere il passo uscendo dal ristorante a una donna.
Cary Grant sul set del film Caccia al Ladro
Per tradizione, dal 1935 al 1939 si declinano con grande gusto, le componenti del ben vestire. Fogge e colori compongono un quadro ben più fantasioso di quanto ne viene percepito oggi. L’avvento del cinema ne amplifica l’effetto: come dimenticare l’aplomb décontracté di Cary Grant in Caccia al Ladro (1955), lo smoking bianco di Humphery Bogart in Casablanca (1942) o le giacche dalla vestibilità impeccabile di Gregory Peck in Vacanze Romane (1953)? Gli attori dell’epoca, fino agli anni ‘60, si servivano delle migliori sartorie di Saville Row o dei cugini statunitensi per poi indossare le loro creazioni anche sul set. Erano elegantissimi nel privato quanto su pellicola, diventando tutt’ora il riferimento per eccellenza del perfetto abbigliamento maschile.
Come insegnano questi grandi esempi, il primo passo verso l’eleganza è la sobrietà. La sartoria tradizionale conosce bene questo concetto: un sarto mai metterà in vista il proprio nome, sarà nascosto nella tasca interna della giacca con la data di consegna e il nome del cliente. Ogni eccesso è poi bandito, meglio nessun accessorio che uno di troppo.
Humphrey Bogart e Ingrid Bergman durante le riprese di Casablanca. Sotto, Audrey Hepburn e Gregory Peck in una scena di Vacanze Romane
Estrema importanza riveste poi l’appropriatezza, ogni occasione ha il suo dress code. Elegante non è sinonimo di formale: il primo è un’attitudine, il secondo ha a che fare con regole ben precise. Lo smoking è un abito da sera e come tale vietato prima delle 18 e se non è espressamente richiesto. Così come è da evitare un doppiopetto blu gessato in ufficio, se non si vuole sembrare il direttore generale meglio un bell’abito monopetto in grisaglia blu.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia.