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A Shanghai nasce mercato senza regole

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NEW YORK (WSI) – Il mondo occidentale è ancora alle prese con una crisi molto grave, la peggiore dai tempi della Grande Recessione, causata dai mercati finanziari senza freni, e la Cina mette a punto un mercato non regolato, che punta ad attirare banche straniere, per le speculazioni più estreme.

A seconda di come la pensiate sulla questione, le possibilità sono due: o il mercato darà il via a un’era di riforme in una nazione ancora piena di restrizioni, oppure innescherà un’altra crisi di portata globale, nel cuore finanziario della seconda maggiore economia mondiale, il cui Pil ha rallentato il passo negli ultimi trimestri.

L’area di libero scambio (free trade zone), approvata dal Consiglio statale cinese in luglio, ha aperto i battenti domenica scorsa. Si tratta di un’area di quasi 30 chilometri quadrati situata nel quartiere finanziario di Pudong.

È in questo luogo che sono avvenute in passato le maggiori riforme nel commercio, negli investimenti e nella finanza in Cina. Secondo le informazioni a disposizione, raccolte da Wall Street Journal e CNBC, i mercati saranno liberi di stabilire i tassi di interesse e i tassi di cambio (avranno anche la possibilità di convertire yuan).

Inoltre tutta una serie di settori dell’economia ‘reale’, come quello delle spedizioni, le attività bancarie, il turismo, l’assistenza sanitaria e le assicurazioni, si apriranno agli investimenti esteri.

Le riforme non prenderanno piede dall’oggi al domani, ma il governo stima che nell’arco di tre anni arriveranno al completamento e l’area assumerà le caratteristiche con le quali è stata pensata.

Gli investitori dovranno ancora aspettare fine novembre per avere altri dettagli più precisi. È in quella data che verranno infatti ufficialmente annunciati i cambiamenti.

Sicuramente l’area è al centro dei pensieri di trader e commentatori. Ma sopratutto dei banchieri e degli analisti, entusiasti all’idea di avere la possibilità di sfruttare le potenzialità di una Cina più aperta al mercato.

Sono 35 le aziende che hanno ricevuto il permesso di installarsi. La prima è stata Microsoft, che ha stretto un accordo per la creazione di una joint venture con la cinese Best Tv per la produzione di console e giochi elettronici.

Questa è una grossa novità, se si pensa che in Cina da 13 anni sono bandite le piattaforme videoludiche e i videogiochi si possono acquistare solo sottobanco o nei mercati in nero. Ora, nella zona di libero scambio, le società straniere potranno aprirsi all’immenso mercato cinese. Colossi come Nintendo e Sony sono pronte a seguire le orme del gruppo di Redmond.

Tra le banche, per ora figurano 11 società che potranno aprire le loro filiali a Shanghai. Tra queste sono due le straniere (Citibank e Development Bank of Singapore) che hanno avuto la licenza a operare sin da ora.

Ancora non si sa come il Governo difenderà e gestirà l’area di libero scambio. Ma indubbiamente alle banche straniere e cinesi sarà concessa molta più libertà di prima e non è una cosa così positiva per gli investimenti a lungo termine. Siamo sicuri che sia la decisione e la strategia giusta, visto quanto accaduto in Usa con la crisi dei mutui subprime? È il mercato non regolato, in fondo, che ha creato questo caos.