ROMA (WSI) – L’accordo non s’ha da fare o almeno non subito. In vista delle vacanze estive si consuma l’ennesimo scontro tra Partito democratico da una parte e Movimento Cinque Stelle dall’altra.
Oggetto del contendere i vitalizi: pochi giorni fa le due forze politiche si erano accordate votando la proposta di legge a firma del deputato Richetti in merito all’abolizione dei vitalizi ai parlamentari ma di fronte alla richiesta dei pentastellati di votare il ddl prima con la procedura durgenza si è scatentata l’ennesima bagarre.
“Buffoni” è l’aggettivo che dai banchi dei Cinquestelle è volato verso i colleghi dem e anche sui social i pentastellati non si sono risparmiati.
“Vomito Pd. Hanno fatto tutto lo schifo del mondo ma ora sull’abolizione dei vitalizi ci devono pensare bene. Per fregare gli italiani con le banche quanto ci avete pensato? Li dovete guardare bene e ricordarli uno per uno”.
Così scrive Paola Taverna. Anche Alessandro Di Battista non è stato da meno e sottolinea:
“Sapete che argomentazioni hanno tirato fuori questi cialtroncelli? Dobbiamo studiare bene la proposta”.
Anche la Lega Nord tuona contro il Pd e Matteo Salvini sui social scrive:
“Taglio dei vitalizi, in Senato il Pd ha rinviato l’approvazione della legge a dopo le vacanze. Vergogna! #renziacasa #andiamoagovernare”.
Corre ai ripari il vicepresidente vicario dem a Palazzo Madama, Claudio Martini che giustifica il no alla votazione d’urgenza del provvedimento sostenendo che l’esame del provvedimento è stato già fissato per settembre.
“Chiedere l’urgenza ad agosto sui vitalizi è solo un bluff demagogico, perché l’esame del provvedimento proposto dal Pd comincerebbe comunque a settembre. Solo demagogia, populismo e insulti, questo è il M5s”.
Intanto sui vitalizi interviene il presidente dell’Inps Tito Boeri definisce un regalo all’anti-parlamentarismo il fatto che le Camere non rendano pubblici i dati sui contributi versati.
“Senza queste informazioni non è possibile valutare l’impatto delle misure sui vitalizi (…) la risposta che ci è stata data la settimana scorsa dalla Camera è una presa in giro nei confronti degli italiani: sul sito della Camera è pubblicato il totale dei contributi versati, ma non è questa l’informazione necessaria”.